martedì 9 marzo 2010

Luca, 42 anni

In realtà non ho molta voglia di commentare il secondo capolavoro d'essay di Intesa San Paolo. Non mi va di parlare di Luca, 42 anni, una famiglia e una strada difficile da affrontare: da quando molti comuni stanno seguendo l'ordinanza antiprostituzione di Alemanno gli uomini come Luca sono costretti a fare molti km in là, verso paeselli che un tempo vivevano di scoponi scientifici e ora sono teatro di scopate e di scientifica (la polizia).


Ma torniamo al serenissimo Luca e alla sua aziendina chimica (di Prato? Almeno così sembra) che DOMANI e dico, anzi lo dice Silvio Orlando, domani dovrà chiudere e licenziare 72 dipendenti. Intanto non si chiude da un giorno all'altro e poi non si licenziano 72 dipendendi così a meno che Luca sia non solo l'imprenditore dell'intestazione del video, ma anche il Bonanni de' noantri e li abbia ammaliati con un intervento semidotto e quasichiaro a Porta a Porta mentre c'era un video sull'Aquila e tutti erano distratti a pensare a quanto fosse carina quella fighetta messa lì da qualche invitato del centro-destra.

Comunque, in uno slancio che commuoverebbe non solo la spettatrice media di Capri, ma finanche l'appassionata lettrice di un romanzo di Baricco, il figlioletto (nipote del regista o del produttore perché non si sa come gliela dà sta letterina, nemmeno in un film di Vaporidis) consegna la letterina che farà cambiare idea al caro Luca che fino a pochi secondi fa aveva pensato che sì qualcosa si può fare, ma bisogna rischiare. Bisogna rischiare?!?! Luchino bello, ma nun ce lo' sai (come dite voi che sembrate essere di Prato, anzi Pratho) che l'imprenditore deve rischiare? Che cosa sei, un prestanome? Chi ti c'ha messo lì? Ah, sarai mica il capo dell'azienda chimica dov'è andato a lavorare Claudio, 33 anni che c'è venuto apposta dall'America per vederti fallire? Mica è un film di Park Chan-wook, che è la trilogia della vendetta?!

Insomma, il nostro eroe ha questa idea. Il giorno dopo ne parla al suo entourage, ma non a noi i quali resteremo sempre all'oscuro del piano di Luca. Mah, chissà. Ma d'altronde che ce frega.

Dopo, la rivelazione, che rivelazione non è mica, non si sa niente. A parte che al figlio di Luca gli piace Irene, la figlia di un dipendente che non c'aveva capito una beatissima: nè che non si chiudeva più nè che Irene e il figlio del capo...

Insomma, Luca chiede un prestito. Ma che figata, che idea innovativa! E pensate, Intesa San Paolo glielo concede subito e a un tasso infimo! La banca se ne fotte della probabile situazione di insolvenza, dei debiti, della crisi, della quasi banca rotta e, senza fare minimamente accenno alle pessime capacità imprenditoriali di  Luca, 42 anni, un caso su un milione, non batte ciglio, anzi, ci fa pure uno spot del cazzo.

Certo che di pubblicità ingannevoli ne avevo viste, ma una in cui Silvio Orlando fa la voce fuori campo proprio non me la sarei mai immaginata.

2 commenti:

  1. Dopo l'accoppiata Mina-Barilla mi aspetto di tutto.
    Comunque a Luca gli va bene che è di Prato e non sta in Veneto. Altrimenti il prestito l'avrebbero dovuto chiedere i familiari per le opere di bene.
    (battutaccia lo so, ma non me ne volere)

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  2. Intanto certo che puoi essere una delle mielettrici, e se porti lo scontrino di un panino puoi leggermi anche con qualche ora di ritardo rispetto ai limiti...

    Riguardo all'imprenditore veneto e al nostro Luca, bè la critica sta tutta là, quindi non te ne voglio affatto...

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