giovedì 4 febbraio 2010

Super non eroe

L'aria fuori era frizzante, di quel frizzante che ti si rinfaccia, l'atmosfera era grigia, fumo di Londra, ma non era Londra e non c'era nemmeno fumo. La fitta nebbia si diramava, per quanto la nebbia si possa diramare, giù in fondo alla valle dove scorreva una fiume semi secco come il Martini di un tipo che una volta aveva l'accento scozzese e ora ha i caratteri somatici di uno del Kgb.   

Ma arriviamo al punto. Punto che si mette alla fine, appunto.
Insomma, il nostro aveva camminato per ore e si era pure dovuto svegliare prestissimo per essere il più discreto possibile. Eccolo lì, tutto accigliato, forse perché era arrivato finalmente sul ciglio del burrone, direttamente dal giaciglio che aveva lasciato ore prima. Rocce appuntite affioravano senza profumo né nettare dal fiume, ma si vedevano a stento perché erano a più di 200 metri dal bordo della gola che è vicino alla punta della lingua ( per questo nessuno riesce a ricordare come si chiamasse quel posto).

Si guarda intorno. Come fa non so, ma ci riesce. Vuoto e desolazione da tutte le parti.

1

2

3

Trattiene il respiro e si lancia nel vuoto.

La parete rocciosa scorreva velocissima a pochi metri da lui, mancava veramente poco allo schianto.

- E' fatta - pensò sorridendo...

Ma manco per niente! Come un rapace afferra un topolino nella prateria, così qualcosa o qualcuno acchiappò il quasi estinto a pochissimi centimetri da una pietra aguzza.

Non c'era riuscito; era ancora vivo. Anche questa volta uno dei super-eroi che abitano il mondo in cui si era ritrovato dopo il più classico degli esperimenti scientifici andati male l'avevano salvato. Contro la sua volontà era sempre lì, vivo e sano come qualsiasi uomo o animale vivo e sano, non per forza come un pesce.

Erano quasi 5 anni che provava a togliersi la vita. Non ce la faceva davvero più. C'era sempre qualcuno che lo afferrava al volo, che bloccava la pallottola con la mente, con il controllo sul metallo, con la telecinesi oppure con il potere di trasformare il veleno in limonata o in champagne, i proiettili in fiori, i cannoni in cannoni, le bombe in bombe alla crema, un po' come MacGyver, ma meglio! C'era chi col super olfatto aveva spento il gas dopo pochi secondi di fuoriuscita; chi invece aveva creato muri di gomma per salvarlo da schianti stradali, chi aveva teletrasportato l'auto e l'aveva fatta passare attraverso una parete o un olmo lungo la via del mare.

Purtroppo era l'unico uomo veramente umano e senza super poteri che abitasse quello stramaledetto pianeta. Potete immaginare quanto la vita fosse incasinata per lui. Per esempio era costretto a prendere l'autobus per spostarsi, ma autobus non ce ne stavano perché agli altri non servivano e altre quotidianità che per lui erano un casino mentre per gli altri una cazzata oppure erano fatte a misura di super uomo e per lui erano complicatissime. Una vita di merda insomma.

Una volta era stato salvato accidentalmente grazie ad uno strozzato grido d'aiuto. Da quel momento la sua vita fu segnata perché il super eroe che l'aveva tratto in salvo si era sentito realizzato. Di quella realizzazione che non aveva mai provato perché non gli era mai capitato di dover salvare qualcuno. Insomma in pochi giorni si era sparsa la voce e praticamente tutto il pianeta aveva iniziato a stare dietro al nostro poveretto. 

Che ne so, doveva accendere una sigaretta e subito arrivava l'uomo torcia che l'accendeva per lui, la donna coi raggi X che lo aggiornava sulla condizione dei suoi polmoni e c'era tutta un'altra schiera di super rompi coglioni. Doveva stappare una birra e qualcuno correva a farlo per lui: super  forza, telecinesi, deformazione del vetro e del metallo. 

Lo tartassavano.

Ma non è tutto. Quelli avevano pure iniziato a litigarselo: "oggi è giovedì, toccava a me, tu lo salvi il martedì e non rompi le palle".

Insomma ecco perché da allora aveva dedicato tutta la sua vita all'annientazione di quest'ultima. Un paradosso sì, ma provate a immaginare di vivere con la costante sensazione che ci sia qualcuno che ci osservi, ci giudichi e non veda l'ora di poterti aiutare. Mi vengono in mente dei casi simili in Italia, ma non fino a questo punto.

Qual è la soluzione al suo caso? Proviamo ad aiutarlo a suicidarsi in modo insalvabile magari...Come fareste?

10 commenti:

  1. immobilità. Solo l'immobilità può far morire il nostro non super eroe. Il non fare nulla non porterebbe nessuna crocerossina ad aiutarlo. Il suo desiderio di non essere aiutato e lasciato "morire" sarebbe quindi soddisfatto e, visto che per qualcuno la vita è contnua tensione verso qualcosa e quando la si ragiunge si muore, il nostro amico morirà nel momento in cui creerà la condizione tale per cui nessuno lo potrebbe aiutare. L'immobilità.

    RispondiElimina
  2. interessante in effetti. Ma non credi ci possa essere qualcuno che cerchi di provvedere al suo sostentamento seppur egli provi a lasciarsi morire di fame e di sete? Ti tengo in vita con la forza della mente, obbligo i tuoi muscoli facciali ad ingoiare e deglutire o robe del genere...

    RispondiElimina
  3. votare partito democratico.
    mi sembra la soluzione migliore.

    RispondiElimina
  4. Inutile dirti che in un mondo di super eroi il Pd non esiste.

    RispondiElimina
  5. se non c'è il pd l'unica soluzione è ammazzarsi di seghe

    RispondiElimina
  6. dai, siamo seri, nessuno è mai morto di seghe. Il mondo sarebbe decimato e io non sarei qui a scrivere cazzate...e nemmeno tu probabilmente!

    RispondiElimina
  7. Aiuto per il Noneroe:

    il nostro collega Supernormale dovrà farsi odiare... come? costruendo una piccola città con i soldi di un supereroe in "esilio", fondando un impero televisivo sovvenzionando i supercattivi, e infine scendendo in campo con un partito tutto suo: Il partito del Male. Solo così anche i supereroi lo vorranno vedere morto!

    RispondiElimina
  8. cazzo, così è davvero insalvabile...anzi no, avrà un super Guardasigilli al suo fianco e ci sarà il leggittimo impedimento all'agire degli altri.

    RispondiElimina
  9. penso che la nostra attenzione debba ricadere su un altro protagonista,anzi su altri protagonisti.
    il problema non e' il nostro super non eroe ma i suoi mille soccorritori.
    persone interessate all'incolumita' di un uomo che non e' ne' il loro padre,ne' il loro amico,ne'il loro vicino di casa non possono che essere definiti degli "angeli".
    questi angeli dovrebbero capire che molte volte non quello che per loro e'bene,lo sia anche per gli altri.
    per aiutare veramente il loro super eroe non dovrebbero impedirgli di ammazzarsi,ma dovrebbero aiutarlo a non volersi ammazzare.
    il soggetto,e qui ritorniamo al nostro super non eroe in questione,e' un caso disperato.
    anche se puo'sembrare malsano e malvagio dovrebbe provare del vero e straziante dolore fisico e psichico
    dovrebbero,non so,legarlo e accoltellarlo,potrebbero portarlo in qualche ospedale pediatrico da bambini malformi,oppure dovrebbero portarlo in africa...
    insomma dovrebbero non solo fargli capire quanto sia fortunato,ma anche essendo disperato farlo diventare"IPOCONDRIACO".
    TALMENTE IPOCONDRIACO DA FARGLI AVERE PAURA DELLA MORTE.
    credo che questa sia l'unica soluzione per aiutarlo.

    RispondiElimina
  10. in effetti un'ipocondria porrebbe la situazione in uno stallo positivo per tutti. Intelligente osservazione la tua, peccato non ti sia firmato. L'unica cosa, secondo me, è che nessuno dei super eroi, finalmente consapevoli della loro "eroicità", sarebbero disposti a sacrificarsi per il vero bene del super non eroe. Non so se mi spiego, ma i super eroi sono tali in quanto esiste qualcuno da salvare, quindi non rinuncerebbero a questo piccolo ma fondamentale fine ultimo e assoluto.

    RispondiElimina