martedì 26 ottobre 2010

Credo di non credere in niente di credibile

Tanto per cominciare, ho detto Credo... e già non è credibile.

Poi credo alla gente, ma se credi a tutta la gente, finisci per non credere a nessuno, Credo che un giorno sarò soddisfatto sentimentalmente, economicamente e socialmente e questo mi rende insoddisfatto, a priori. 
Credo che un giorno smetterò di fumare - anzi ne sono sicuro - ma mentre metto nero su bianco questa affermazione, sto gustando una bella sigaretta. Lo stesso vale per l'alcol naturalmente. Credo nello sport e nell'attività fisica, ma non ne faccio perché allo stesso tempo credo nell'ozio, ma non quando ozio. 

Credo che il mondo un giorno andrà meglio, ma siccome leggo di gente che crede a questa assurdità da quando studiavo letteratura greca a scuola credo proprio che non assisterò a questo cambiamento. E ne sono felice. Almeno credo. Credo nelle certezze della tecnologia e una di queste è che il mio mac diventa vecchio, il mio cellulare pure, il mio stereo non mi soddisfa e l'ipod non ha abbastanza memoria. Senza parlare del vibratore che uso con le squinzie: serve più grandeee! Credo che la parola squinzia sia tremendamente retro e che anche mio padre mi direbbe che non è abbastanza toga, né ganza al giorno d'oggi. Ma in fondo credo di no. 

Credo che chiunque debba inserire la politica, per forza, a tutti i costi in un discorso del genere non creda veramente nella politica e quindi non lo vorrei ascoltare né imitare. Credo fermamente negli accenti acuti e in quelli gravi, ma è grave che non tutti siano così acuti da sentirne la differenza fonetica. Credo nella grammatica, nella cultura, nell'utilizzo delle parole, ma credo di essere uno dei pochi rimasti a crederci. Io e Nanni Moretti. Vero Nanni? Ma che ne sai tu, che poi esageri! 

Credo negli eccessi, anche in quelli di zelo. Sì, esistono, anche in qualche ufficio statale. Credo che le donne siano la cosa più bella del mondo, ma se non ci fossero gli uomini, loro non lo saprebbero mai e questo vale anche per i barboncini e i carlini che se non ci fossero gli uomini che amano indistintamente una bella figa questi sgorbi sarebbero già estinti. 

Credo che la gente abbia bisogno che altre persone gli imbocchino le idee come a dei bambini e una volta che queste idee smettono di essere imboccate, anche se recepite, si perdono nel nulla, come bambini nella folla. Qualcuno li cerca, ma non sa da dove incominciare. 

E ora credo che mangerò. Mangerò delle tagliatelle al tartufo bianco, roast beef con purea di patate e per finire fragoline di bosco con gelato alla crema. Ma credo che la mia pasta al burro non saprà di niente di tutto ciò. Meno male che c'è la Nutella. Quella credo debba esserci sempre. E allora basta.  Vero Nanni!?


venerdì 22 ottobre 2010

Premi PLAY

Hai letto il titolo? E premi Play, su!



Fatto?

Bene, ora puoi scorrere perché tanto non è un vero video, è una sequenza di fotografie...
 
Sentite questa canzone, la conoscete benissimo. Non vi genera allo stesso tempo un misto di inesauribile malinconia e un leggero solletico che vi fa ghignare un po'? Come quando camminate a passo svelto per andare chissà dove ed ecco un'improvvisa folata di quel profumo che conoscete alla perfezione e vi ricorda qualcuno, magari qualcuno che avete amato, una nonna, una compagna di liceo, la vicina di casa, che ne so, questi sono affari vostri. Sono uno sbuffo sullo scoglio e su quello scoglio ci siete voi che proprio non ve l'aspettavate. Prima vi incazzate, ma poi, chi se ne frega! Respirate a pieni polmoni.

Continua e incalza, sentite il ritmo? Ma è autunno, no? Il mare è bello d'inverno semmai. Almeno così dicono. No, non è vero, il mare d'inverno non è bello, cioè, sì, ma non quanto quello dei primi freddi. Quello delle passeggiate con gli ultimi soli che vi schiaffeggiano con la foga di una vecchia zia perché le avete scombussolato i cassetti in camera, le avete letto delle vecchie lettere di quando qualcuno era pazzo di lei, ma non si poteva proprio fare. Quegli schiaffetti non vi fanno male, sono senza cattiveria,  vi fanno piacere. Ridete insieme!

Ecco, ora scordatevi tutto, annullate tutto, vuoto totale. Ci riuscite? No, state, leggendo.

Fate una pausa. Contate fino a 20. Lo so, venti è un sacco, un'infinità, ma non siate pigri, fatemi questo favore!

Via, UNO...

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Finito? Non sarete stati troppo frettolosi? Non credo.

Bene ora che avete ripreso a leggere arrivo al punto.

Quante volte vi concedete una pausa durante la giornata? Quanto è diventato complicato, quasi innaturale? È una cosa fastidiosa, non trovate anche voi? Io oggi non voglio scrivere niente di simpatico, nè di profondo e tanto meno di complicato. Voglio solo che accettiate un regalino da me. Avete capito di che si tratta? bene, buon ascolto e poi buon week end a tutti.

domenica 17 ottobre 2010

Prendo raramente il taxi

ma mai e dico mai all'interno mi è capitato di trovare la radio che non parlasse della Roma o della Lazio. Ma che cazzo, ci sarà qualche tassinaro che ascolta della buona musica? O sono tutti tifosi sfegatati a livello preoccupante? 

A parte il fatto che davvero non mi spiego come cazzo sia possibile parlare della Roma o della Lazio o di qualsivoglia altra squadra di calcio per 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Come si fa? È inumano. Potrei parlare di figa per ore, ininterrottamente o tiè, di calcio in generale, ma non di una sola donna o di un'unica, petulante squadra di calcio. 

L'altra mattina in più o meno mezz'ora di corsa, un tipo ha elogiato l'aquila laziale - che per chi non lo sapesse è un'aquila vera che fanno svolazzare sullo stadio prima delle partite - per tutto il tempo. E l'aquila qui e l'aquila là, e Olimpia ( si chiama così!) è un motivo in più per portare i figli allo stadio e sono fiji de na mignotta romanista quelli che dicono che noi l'animali li trattamo male e bla bla bla e ancora bla bla bla! Ma che cazzo!! Io allora l'ho detto al tassinaro: possibile che 'sto qua parla da mezz'ora dell'aquila?! E quello sapete che m'ha risposto? 

- De che? Boh, non stavo ascoltando!

e me la fai sorbire a me?!?! Ma vaffanculo tu, la Lazio, la Roma e i tifosi senza ritegno!

( Poi ha detto che sarebbe più contento se la Roma andasse in serie B anziché la Lazio vincesse il campionato. Era una considerazione che faceva l'altra sera con un gruppo di amici aquilotti al bar sotto casa. Sportivoni!! )


martedì 12 ottobre 2010

E comunque ieri

Asserzione Empatica ha compiuto un anno. Sì, me n'ero dimenticato anche io, non sono proprio un papà perfetto, ma vorrei che Asserzione sapesse che gli voglio bene e gli chiedo scusa se spesso l'utilizzo per sfogarmi o usare un linguaggio troppo volgare per un bambino. So che Asserzione Empatica ringrazia tutti voi per le sbirciatine che ogni tanto gli date...e anche io.

È una vineria un po' invernale,

ma andiamoci lo stesso, è molto carina e si sbevazza divinamente... Ci sediamo e tra tutte le bottiglie di vino c'è un libro, il Codex Seraphinianus di cui ho messo qualche immagine qui un po' di tempo fa (potete scaricare il pdf qui). No, prendilo, non l'ho mai sfogliato dal vero, è introvabile! Ci sono solo poche copie che costano 600 euro o più e la seconda ristampa, uscita per la mostra di Milano e New York di qualche anno fa, è una vera rarità. 

iniziamo a sfogliare il codex (che ha anche una dedica) e spieghiamo di che  si tratta a un paio di amici attavolati con noi; ci lanciamo in descrizioni mistiche di Luigi Serafini, autore schivo e poco conosciuto (ingiustamente) dal grande pubblico. Un genio assoluto che ha inventato un universo parallelo, con animali, fiori, oggetti e personaggi bizzarri, scritto in una lingua incomprensibile. 

L'oste si avvicina e ci dice: «Ragazzi, attenti a quello che dite perché l'autore è qui». Sì, col cavolo che ti crediamo! Non prenderci per il culo! «Vi dico che è qui!». Ci giriamo e c'è un signore con la faccia da artista, vestito da artista, con l'aria da artista. Lei è Serafini?!?!

Era lui. Una probabilità su un miliardo, ci pensate?! Era timido, un po' imbarazzato dal nostro fervore (soprattutto il mio e di G.). Si è avvicinato al tavolo, ha preso il libro e ci ha spiegato alcuni disegni.  Quando è andato via ancora non ci credevamo. Intanto il proprietario è arrivato e ci ha portato dei bicchieri e una bottiglia offertaci da Serafini. Un galantuomo, un vero genio. Non siamo riusciti a ringraziarlo, vorrei farlo ora.

(Un culo pazzesco)

giovedì 7 ottobre 2010

Non so che mi succede

o chi mi succeda..in che cosa poi?! So chi vorrebbe seccedere (o secedere? Non sa se cedere, piuttosto) e poi si fa offrire le code alla vaccinara, l'abbacchio e ci ricambia con la polenta - che si chiama così perché ci vuole una vita a digerirla, è un po' lenta - (ma poi che scambio è?!) fa finta di gradire, dice due cazzate la cui metà non si capiscono e se ne va lasciando gli ospiti a bocca asciutta, a pasta asciutta e a gola secca. Quella no, perché se se magna, figurati se nun se beve... 

Eppure gli alemanni dovrebbero piacere a questa gente qua; gli alemanni sono come i crucchi, questo Alemanno qui poi ha avuto anche passioni non del tutto rinnegate da crucco! Ma infatti è l'altro che non piace a noi altri che piano piano iniziamo ad avere anche un'idiosincrasia per il verde.

Guarda, se inizia a farmi odiare il verde a 'sto giro faccio un casino. Il verde poi, non venitemi a dire che da voi innevati, annebbiati, infreddoliti, c'è il verde. Cara, hai visto la mia cravatta verde? No perché se la trovi, buttala per favore. 

- tesoro, ma ti piaceva tanto!

- Sì, mi piaceva, ma uno di quelli là ce l'ha uguale uguale, spiccicata!

Da oggi solo cravatte bordeaux, il colore del sangue dei vinti e del vino bono.