lunedì 30 gennaio 2012

Maltrattamenti galline ovaiole

Le Galline sono una priorità per il Pdl, si sa, ma in questo caso non si teme per le showgirls che riempiono i banchi del parlamento e tutti gli uffici ex governativi rimasti attivi a nostre spese e che hanno preso il posto di gente meritevole, ma non avvenente. Si parla di galline dignitose invece, quelle  che fanno qualcosa di utile, di fresco e saporito, come le uova. Sì, potrete obiettare che anche le altre galline del pdl fanno lavoretti dal risultato succulento, ma che c'entra se non sapete dove voglio andare a parare!?  

È stata l'ex ministro Brambilla che mi ha servito sul piatto d'argento il materiale per un post proprio quando ero lì lì che mi stavo annoiando miseramente in attesa del mio turno all'ufficio postale. Un'email del suo ufficio stampa dal titolo: "Maltrattamenti galline ovaiole, interrogazione dell'on. Brambilla sul mancato rispetto della direttiva europea". 

Grazie Michela Vittoria, grazie davvero a te che, paladina degli animali da cortile, lotti per i loro diritti e mi allieti fornendomi motivi di ilarità senza posa. Il fissare affranto quei poveri extracomunitari che vagavano spaesati per le Poste senza sapere come fare le cose per cui erano venuti  - risolte solo grazie al sostegno reciproco degli altri  gentili avventori - mi stava iniziando ad annoiare già dopo un'ora e mezza di fila ed ecco che sei arrivata tu, provvidenziale come una gaffe di Berlusconi.

Ma dico io, con tutti i cazzi che abbiamo - e che sicuramente anche lei avrà (avoja se ce l'ha i cazzi...in generale, dico) - non hai niente di più importante da fare che sincerarti della salute del pollame nostrano? Chi lo volesse potrà leggere il comunicato pubblicato sul sito dell'associazione da lei fondata, la Leida, acronimo di "lei la dà, ma solo agli animali e ai nani con i capelli finti". Vi sconsiglio però di andare a fare un giretto sul suo sito internet in cui ci sono delle bellissime foto con i suoi cani, ma niente che sia riconducibile al turismo, il dicastero creato ad hoc per lei, non dimentichiamocelo: vi evito l'ennesimo rodimento di coglioni. Faceva il ministro del turismo...mah.

Ma come biasimarla del resto, non succede mai niente in Italia, non c'è neanche una misera categoria da tutelare se non le galline ovaiole. Ha ragione, poverina.

I giornalisti precari che guadagnano #4euroalpezzo vanno davanti a Montecitorio e nessuno parla di loro o fa qualcosa per risolvere il problema (che riguarda il futuro dell'informazione di qualità), i pescatori protestano nello stesso posto e ci prendono un sacco di mazzate e di denunce, gli agricoltori provano a fare uno sciopero pacifico per i loro diritti e tutta la cosa passa in mano alla mafia, ai tir e ai tassinari che bloccano l'Italia per una settimana, finiscono di massacrare i mercati del fresco e restano impuniti, mentre alcuni No Tav, che hanno cercano da anni di evitare una sperpero indecente di denaro pubblico e la distruzione insensata di un intero territorio, vengono arrestati per una protesta davanti a un cantiere chiuso.

Tutto questo però al nostro ex ministro pieno d'amore per cani e gatti non interessa, lei vuole sapere «quali iniziative si intendono assumere per garantire che sul mercato italiano siano immediatamente riconoscibili le uova prodotte in allevamenti conformi».

D'altonde «La tutela del benessere di tutti gli animali ed il rispetto dei loro diritti sono valori fondamentali che caratterizzano anche la civiltà di un paese», tutto il resto è fuffa.

Alla fine è arrivato il mio turno alla Posta, ma purtroppo il terminale era scollegato e non c'era linea, quindi sono dovuto tornare il giorno dopo e poi ritornare ancora sabato mattina perché la disconnessione si è protratta a oltranza. Ma anche queste inefficienze non sono certo un problema dell'ex ministro, riguardano solo gli esseri umani.

Ah, ho un'idea per la tracciabilità delle uova prodotte in allevamenti conformi: devono avere la faccia del ministro stampato sul guscio; tocca capire come farlo apporre direttamente dalla gallina mentre fa uscire l'uovo dall'apposito orifizio, però, sennò c'è poco gusto.




(nella foto in alto a sinistra la Brambilla che si lucida le labbra con albume prodotto al 100% da un membro del paramento italiano)

venerdì 20 gennaio 2012

È vero che Internet distrugge il cinema?

(Non l'ho fatto mai, ma visto che avrei parlato della stessa cosa, vi copio e incollo quello che ho scritto per un quotidiano)


Generazioni solitarie. La chiusura da parte del governo americano dei siti di streaming Megaupload e Megavideo ha sollevato, oltre alle questioni relative alla domanda e all’offerta cinematografica, anche dubbi di natura antropologica. L’Fbi ha infatti chiuso senza se e senza ma le porte al tredicesimo sito più visitato al mondo in cui era possibile scaricare o vedere in streaming serie tv, film, cartoni animati e video privati. Per la prima volta in occidente avviene una censura del genere. 

«Il danno causato da Internet (e dal download selvaggio) è enorme», dice Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, Associazione nazionale delle industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali, «secondo le ricerche divulgate dall’Ipsos lo scorso anno, infatti si registra una perdita di 400 milioni di euro nell’home video e 300 milioni per le sale cinematografiche, senza contare il numero di posti di lavoro in meno». Ma considerando che il cinema italiano non è affatto in crisi, anzi, da solo copre il 38% della quota di mercato mondiale, Internet è percepito soprattutto come nemico della cultura, poiché intrappola un’intera generazione – quella di età compresa tra i 14 e i 25 anni – a casa. Perché è scientificamente certo e «gli esercenti delle multisale in lo confermano», assicura Tozzi, «che i ragazzi non vanno più al cinema». Si tratta di quella generazione cresciuta con Internet che non ha avuto modo di assaporare il piacere di andare al cinema, ma scarica tutto, senza pietà e criterio. D’altronde è provato, «la percezione frammentaria e individuale produce un’umanità di grado inferiore», spiega il presidente dell’Anica, «noi non siamo contrari all’utilizzo di Internet, ma purché rimanga uno strumento di comunicazione e di mercato in cui sia riconosciuto il giusto prezzo e valore alle opere intellettuali». 

Partendo dalla possibilità di scaricare o vedere i film in streaming, si arriva facilmente alla critica verso i social network, ritenuti responsabili delle nuove incertezze adolescenziali o del download della musica, il cui principale effetto è stato quello di far scomparire le piccole etichette indipendenti, accrescendo però l’offerta di concerti e spettacoli dal vivo, strumento ritenuto ancora solido per fare cassa. E se nemmeno l’aumento del prezzo del biglietto cinematografico, che ha toccato i 7,50/8 euro è ritenuto colpevole perché «la domanda è anelastica rispetto all’aumento, anzi» allora contro chi puntare il dito per salvare la libertà di Internet? Forse al digitale terrestre, a Mediaset Premium o Sky che danno la possibilità di vedere un film poche settimane dopo l’uscita in sala? Neanche, perché i fruitori di questi mezzi salottieri sono gli stessi 35/40enni che comunque al cinema ci vanno (si lavano e si vestono prima di uscire, però). 

Le nuove generazioni sono in rotta verso una solitudine che negli anfratti delle loro camerette li porterà ad avere un occhio sul globo, ma al contempo ad avere una forte miopia o sono gli addetti ai lavori del mondo del sapere, del cinema, della musica che devono adeguarsi all’evoluzione? 



D’altronde anche i libri, strumento anticomputer per definizione, si stanno trasformando in e-book e i teatri che secondo la logica moderna tanto attaccata dovrebbero essere già estinti, sono sempre più affollati e aggiornati: leggi fenomeno Teatro Valle Occupato che attira ogni giorno centinaia di spettatori. Chi ha ragione lo decideranno il tempo e il mercato e quella delle censure forse non è la strada giusta.

mercoledì 18 gennaio 2012

Scrivo un post senza il permesso di Bossi

mi sa tanto di roba mediatica questa qui della Lega. Il fedelissimo Maroni che dice no e poi Bossi che dice ni e tutti che invitano i leghisti in tv e nessuno gli chiede, «oh, ma l'hai visto PresaDiretta!?».

Sbaglio o quando Saviano aveva parlato della 'Ndrangheta al nord, l'ex ministro dell'Interno - che vuole l'Italia divisa ed è un ossimoro - aveva chiesto di poter partecipare al programma di Fazio per dire che «no, no e ancora no, siete dei bugiardi, noi della Lega i mafiosi non li abbiamo in casa e voi tutti brutti, sporchi e cattivi, specchio riflesso a te, terroncello».

No, non li avrete in casa, ma li fate operare liberamente. In Piemonte e in Liguria se si continua così, per esempio, il piatto tipico sarà sazizze vrucenti con pipi e patate (salsicce piccanti con peperoni e patate: per chi chiama da fuori Locri) e non più la bagna cauda o il bagnetto verde (salsetta d'acciughe e prezzemolo: traduzione per gli 'ndranghetisti appena arrivati a Torino). Che poi le salsicce piccanti siano più buone delle acciughe è un altro discorso.

E non è solo la crisi. La 'Ndrangheta al nord è la diretta conseguenza di un'unità d'Italia forzata prima  e di una politica di lassismo poi che hanno danneggiato il sud, impoverendo le casse e le case di soldi e uomini. L'emigrazione forzata, il taglio infrastrutturale e il disinteresse industriale e culturale hanno fatto in modo che tutti gli uomini andassero via verso il nord Italia e oltre. Avete costruito e proliferato con gli sforzi e le fatiche di quella povera gente, lasciando che giù restassero solamente criminali e fannulloni e ora che anche al sud quelli non sanno più che fare perché l'economia è sotto zero, è normale che siano venuti da voi, miei cari amici dal fazzoletto verde.

Non ci vuole un sociologo plurilaureato né un dotto conoscitore della natura umana e dell'economia per capire che soldi chiamano soldi e la malavita, che di soldi ne ha e ne vuole di più, li insegue.

Ora vi rendete conto anche voi che aprire un'attività, cercare di vincere un appalto legalmente e investire in qualche cosa è diventato complicato. Mi auguro la smettiate di dire che gli imprenditori del sud non hanno voglia di fare un cazzo, ma capirete che per loro è tutto in salita, tutto più difficile. 

Senza parlare della politica. Volete i voti senza faticare? Ecco fatto che andate al Bar Italia di Torino e, promettendo grossi appalti «una volta che sarete in Europa», finite dritti dritti nella padella a cuocere con le sazizze vrucenti. Salami! Perché a quel sindaco che poi non ce l'ha fatta ad essere eletto, nessuno fa un cazzo? Non me lo spiego davvero. Resta impunito perché non sapeva, non aveva capito, peggio di Schettino che ha paura del buio.

«Eppure mi sembravano tutte brave persone; sì, due o tre avevano delle cicatrici sul viso, degli strani anelli giganti; Divertente il loro modo di salutare e rispettare i più anziani, m'è sembrato un gesto molto carino ed educato; qualcuno aveva dei fucili e un paio di pistole, ma su, da qui a pensare che c'era qualcosa che non andava...!» 

Potevano essere degli amici della caccia al tordo o dei poliziotti in borghese dal modo di fare un po' brusco, in effetti. Poi che strano, erano tutti del sud e parlavano dialetto come se si conoscessero bene, sarà stato un caso, ha ragione. Peccato non ce l'abbia fatta a diventare deputato europeo, sarebbe stato sicuramente una risorsa  importante per l'Italia una volta arrivato a Bruxelles. Ci siamo fatti scappare l'ennesima buona occasione con questi arresti ingiustificati e questa magistratura arrogante.

Detto ciò. La Mafia non si può sconfiggere, questo è sicuro. Almeno fino a quando continuerà ad operare dove lo Stato non c'è, assoldando poveracci senza alternativa. Se poi, come sta succedendo adesso, oltre a sostituirsi allo Stato al sud, ne inizia a fare le veci anche a Roma e al nord, sono davvero cazzi per tutti. E per favore, non fate di tutta l'erba un fascio, perché se continuate così a generalizzare, tra un po' «anche tutti i piemontesi saranno dei mafiosi, signora mia».

(a meno che non falliamo e allora se ne vanno tutti a fanculo in Cina o in Russia, là dove ci stanno i soldi e noi ricominciamo da zero)

venerdì 13 gennaio 2012

Non lungo che sturi né grosso che turi

dovete capire come vi piace, anzi, dobbiamo capirlo un po' tutti come lo vogliamo 'sto telefonino. Pensavate mi riferissi a qualcos'altro? 

Ah bè certo, potevate pensare che stessi parlando della macchina. Effettivamente non si capisce se volete un grosso e immenso suv con il quale uccidere tutti i vigili urbani che magari vi fanno la multa perché avete "parcheggiato" in seconda fila mentre voi stavate un attimo giocando i numeri del Superenalotto. Oppure magari oggi la volete piccola piccola, una smartina, ma sempre per lasciarla in doppia fila o in curva: tanto non dà fastidio, è una smart. No, non dà fastidio a nessuno, stronza.

E no, cari miei, mi riferisco ai telefonini.

Anni fa mio padre girava con una valigetta da 8 chili e aveva un contratto Sip che per andare avanti e telefonare ai suoi tre amici detentori della stessa valigetta o a quell'altro, lo scapolo che l'aveva montato in macchina, abbiamo dovuto rinunciare all'acquisto dei libri di testo nuovi. Nella vita ci sono delle priorità.

Poi ha dismesso la valigetta e s'è comprato lo Star Tac, passando dagli 8 ai 5 chili, ma se se lo metteva in tasca sembrava un maniaco arrapato, se invece riusciva ad infilarlo nel taschino della giacca, la polizia lo fermava e lo perquisiva, allora adottò il portatelefoninodacintola. 

Ve lo ricordate il portatelefoninodacintola? Lo usa anche Robin Williams in Hook, scena poco memorabile in cui fa a gara con il collega. Va bè, divago.

Dicevo...Per fortuna durò pochissimo questa storia del portacosodacinta perché intanto era uscito il Microtac. Micro...più o meno...la batteria era spessa come un'audiocassetta però durava tre giorni. L'antenna era utilissima per un sacco di cose inutili, come per esempio, masticarla al posto del tappo della Bic.

Sempre più piccoli e sottili, con schermi che dal led rosso, sono passati al verde con doppia linea, tripla....poi a colori, yeah, il touch screen.

E adesso, da qualche anno, raggiunto il livello Zoolander con miniminitelefono, si è tornati a crescere. A crescere a dismisura. L'istogramma sale vertiginosamente con i modelli Nokia business, quelli con la tastiera incorporata e passando per gli iPhone, culmina nel più scomodo di tutti, l'Ipad, che non è un telefono e nemmeno un computer, è una zavorra. Una zavorra fichissima, ma una zavorra che ha la grande immensa colpa di aver fatto tornare di moda un oggetto che sembrava essere sparito dall'immaginario collettivo, se non per alcuni ragionieri: naturalmente parlo del borsello.

Fratello brutto del marsupio, nipote della borsa da postino e cugino dello zainetto, il borsello è orrendamente scomodo oltre che di pessimo gusto. Nemmeno mio padre ha osato tanto, gliene do atto, ma ne vedo una marea in giro. 

- «Sì, ho un iPad, ma non lo uso»
- «Perché?!»
- «Perché mi vergogno a girare con il borsello e visto che non ho una 24 ore, non so proprio dove metterlo»
- «Prova a metterlo nel porta computer...»
- «Ma...!»


Ma tanto vi stancherete tutti dei vostri iphone e inutili ipad oppure dei vostri BB che amate e odiate allo stesso tempo, portatori di ansia e brutte notizie dall'ufficio. 

Vi stancherete tutti, perché non dev'essere né lungo che sturi, né grosso che turi, ma duro che duri. Insomma, deve saper fare il suo lavoro e nient'altro. 

E sì, questo vale soprattutto per il pisello.

(Ubi Minor, sent from Ipad)

giovedì 12 gennaio 2012

Parlamento di plastica

Ma anche plastico del parlamento, visto che il carissimo Vespa questa sera ci ha regalato due plastici dei suoi che raffiguravano Camera e Senato stilizzati, colorati e fluorescenti. Considerando poi che in questa fase politica sono tutti amici, per la sua puntata sui redditi dei deputati, ha inoltre pensato di organizzare i suoi ospiti non per credo o posizione politica, ma per look e fisionomia. La conformazione della bocca da una parte e l'abbigliamento dall'altro. È simpatico Vespa.

Infatti, ha disposto nell'ordine: a destra le labbra stragonfie di Alessandra Mussolini che blateravano e sparavano cazzate senza posa, la boccuccia storta di Gasparri che era scollegata dal cervello e diceva cose che poi smentiva e, infine, un piccolo e anonimo deputato del Pd completamente sprovvisto di labbro superiore, ma con il ciuffo di Clark Kent. Dall'altro lato invece c'erano Barbato di "noi dell'Italia dei valori" vestito da Wolverine, Feltri vestito da Feltri e Polito vestito da Barbato che imita Feltri, ma non gli viene bene. Povero Polito, non ha un dente e lo inquadravano solo dal lato che avrebbe preferito nascondere (vorrei che qui si evidenziasse la cattiveria del dottor Vespa).

Vespa lo sanno tutti che è cattivo, lo si capisce anche dal fatto che i sondaggi sono presentati da uno che oltre ad essere un po' deforme, sputacchia in giro per lo studio e non ha un dente dritto. Barbara Romano invece è carina, ma presta solo la voce, figuriamoci. E il fumettista "vorrei essere Vauro, ma come si fa" porello, sta lì solo per far sembrare Vespa un vero simpaticone e Manheimer un dotto analista. Non ho mai neanche sorriso con un suo disegno, mai. Ogni volta mi fa una pena incredibile; a voi no?

Finita questa premessa da blogger un po' fru fru, passarei però ai contenuti dell'assurda puntata in cui non s'è capito bene dove si volesse andare a parare.

Possibile che da due mesi a questa parte non si faccia altro che discutere se sia giusto o meno tagliare i loro stramaledetti stipendi? Che insomma, ancora si sta a pensare se 20mila euro al mese siano tanti o pochi, anziché dire "oh, sono un botto, ma vi rendete conto quanto guadagna un neurochirurgo o un fisico?"

Vi siete accorti che un giovane su tre è precario, stagista schiavo, sottoretribuito o pagato a nero (magari da voi)? Che ci sono i pensionati che non sanno dove sbattere la testa e che gli imprenditori scrupolosi che hanno problemi debitori o sono costretti a licenziare, si sparano un colpo in testa mentre voi state qua a dire che vi pagano poco, senza almeno avere la decenza di stare zitti?

Che Vespa guadagna chissà quanto a spese nostre e fa un'inutile puntata sugli stipendi di coloro che lo mantengono?

Vi rendete conto che Unicredit è costretta a ridicolizzarsi con una pubblicità in cui chiede agli stessi italiani che ha contribuito ad impoverire un aiuto per comprare delle azioni che valgono due dracme? E lo fa tra l'anteprima di Porta a Porta e la puntata, questo l'avete notato? A me è sembrato patetico.

Tutto ciò mi fa riflettere e porre una domanda fondamentale: secondo voi, quante mutande e calzini dovrei infilare in valigia prima di espatriare per sempre?

martedì 10 gennaio 2012

Ciao, sono il Trota

E non faccio festini, né mi piacciono le ragazze con le luci rosse. Che poi dove ce l'hanno le luci rosse non l'ho mai capito, devo chiederlo a mio Papà. Io ho un blog (http://www.renzobossi.com/, che sono io). Di solito uso un ghost writer - che pagate voi - ma questa volta ho fatto tutto da me, perché sono un bimbo bravo e buono, io. Insomma, proprio tutto da me no, è evidente, ma dato che neanche io posso provare che sia tutta farina del mio sacco e che, da quando mi hanno piazzato là in regione non fanno altro che dirmi di stare zitto, allora taccio e la prendo per buona. Visto che non mi piacciono i castelli di carte, ma solo i Castelli leghisti, come ho scritto sul mio blog...ah, ve l'ho dato l'indirizzo del mio blog?

Sì, l'ho scritto quassù: è il mio nome + il cognome di mio Papà e poi .com perché a noi della Lega il .it non ci piace mica. Perché io sono nato nella Lega, mio Papà è la Lega e anche se scrivo una lettera in cui chiedo di smetterla di trattarmi come un fighetto figlio di mio Papà, devo comunque aggiungere qualcosa di stupidamente leghista. Mi hanno diseducato così, del resto.

E non fa niente se ad inserirlo è il mio ghost writer - che poi non so neanche cosa sia - ma parlo di politici come se io non fossi uno di loro e nomino il lavoro umile della povera gente come se io non prendessi fior quattrini senza fare una mazza e ricevendoli per giunta (regionale) da quella Roma che tanto disprezziamo io e anche il mio Papà. Anche lui, il mio papà, di soldi da Roma ladrona continua a prenderne un casino, sia ben chiaro. Lui e tutti i suoi comparucci dal fazzolettino verde.

Prima ho scritto casino; Si può dire casino e ragazze a luci rosse nella stessa letterina ai miei amichetti lettori del blog del mio ghost writer che porta il mio nome e il cognome di mio papà?

Boh, forse che sì, forse che no
io al casino non ci vo’
le ragazze
quelle pazze
Oh che belle
Son monelle.
Quante ne voglio,
Io me ne piglio.
Di Miss Padania, per dirne una
La conosco, per fortuna,
Ogni anno me la dà
Ma anche a Cota, a Maroni e ovviamente a mio Papà.

mercoledì 4 gennaio 2012

«Operazione mediatica di carattere straordinario e propagandistico»

Forse. Ma intanto vaffanculo. L'onorevolissimo Cicchitto ha descritto con la frase che è anche titolo di questo primo post del 2012 il blitz fatto dalla guardia di finanza a Cortina. E visto che i Maya, almeno per il momento, sembra abbiano avuto torto, questo blog riporta la notizia e, se glielo permettete, si gongola anche un po'. 

Perché onestamente, quando ieri ho visto il Tg1 (che stavo guardando per caso, ci tengo a sottolinearlo) e hanno passato il servizio delle multe nella località sciistica, ho pensato: «ma pensa che buffoni, questa è proprio un'operazione mediatica di carattere straordinario e propagandistico». E poi devono fare sempre le solite marchette a Cortina e questo mi ha davvero stufato; non bastano tutti quegli orrendi film di cui non parleremo e tutte quelle menate che siamo costretti a sentire di gente che ci va, non scia, spende una marea di soldi con gli amici che frequenta tutto l'anno e poi torna a raccontartelo sperando che tu gli dica «bravo, non sei coglione come credi» - Ma sappiamo tutti che lo sei molto di più e visto che lo sei davvero oltre ogni immaginazione, non sto qui a spiegarti.

Il Tg1 diceva che avevano beccato ben e dico ben quattro persone, il che m'è sembrato ridicolo. Ma invece hanno preso con le mani nel caviale un sacco di gente che se la spassava con auto di lusso in giro su corso Italia e poi dichiarava 30mila euro l'anno al fisco.  

Insomma, sono andati a stanare l'evasore laddove si annida. L'evasore è come l'acaro, sai che lo troverai nel materasso. 
È una politica arguta e anche se può sembrare così ovvia, nessuno l'aveva fatto mai. 

Se posso permettermi, credo che i signori anti evasione dovrebbero fare una passeggiata anche nei seguenti posti:

I bar del centro, i ristoranti dei turisti e le trattorie romane che ti scrivono il prezzo sulla tovaglia, i locali di Milano, di Forte dei Marmi, di Panarea, Capri, Madonna di Campiglio, Porto Cervo, Porto Ercole, Punta Ala, insomma, i posti da vippetti.

Poi tutti e dico tutti i negozi che forniscono servizi di tipo idraulico, meccanico, impiantistico di ogni genere, edile in ogni forma. Insomma tutti quelli che secondo lo stereotipo dei pornazzi trombano le vostre mogli quando voi siete in ufficio a fare il sudoku o a scaricare applicazioni inutili dal vostro Ipad. Tranne il postino, quello porello le paga a monte le tasse, è giusto che almeno si trombi vostra moglie se voi state là a girarvi i pollici.

Gli artisti, per esempio, non pagano le tasse, i medici fanno prestazioni chirurgico-estetiche e poi le fanno risultare ricostruttive di tipo emergenziale. 

Questi signori medici che operano in tutti e dico tutti gli ospedali d'Italia fanno una marea di operazioni per conto proprio ad amichette che magari gliel'hanno data o gliela daranno e poi fanno risultare la cosa come una prestazione ospedaliera. Si servono di impotenti specializzandi che li assistono e che non possono certo permettersi di rischiare la specializzazione per mettersi contro un barone, denunciandolo inutilmente. Il che è frustrante per loro e per chi sta in lista d'attesa da anni per un'operazione che il medico imbroglione ha dichiarato, ma non ha effettuato.

Ecco, andate a beccare questa gente, ma non beccatela a Cortina; sì, troverete tutti anche là, sono i medesimi acari, ma non è la stessa cosa; poi sembra che state facendo soltanto un'operazione mediatica di carattere straordinario e propagandistico. E invece mi sa che vi tocca lavorare tutto l'anno.