Nei deliri di vita impossibile "che avrei voluto vivere ma che non mi appartiene" questa sera sarei stato felice di essere un musicista. Di quelli che arrivano, in silenzio, accordano lo strumento e iniziano a strimpellare nel brusio della sala. Di quelli che partono piano, che quasi quasi ti viene da dire: "ma chi cazzo è 'sto tipo qua?".
Ma poi quando parti e gira bene e gli altri sbevazzano, smettono di parlottare e iniziano ad ascoltarti, a battere il piede sul pavimento del locale, a tamburellare la mano sul tavolo di ciliegio del pub...allora ti dedicano l'attenzione che non sapevano di doverti concedere, che neanche tu speravi di meritare. Ne fai una, un'altra. Ti adorano. Ti alzi, prendi il fodero della chitarra, finisci il whiskey che stavi bevendo e senza dire una parola esci. Accendi una sigaretta e ti incammini verso casa. Anche oggi sei triste abbastanza da essere fiero di te per un'effimera gratitudine.
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