martedì 17 novembre 2009

Piccoli resoconti

23 Orizzontale: Urlano mentre fanno le parole crociate in aereo. Risposta: 4 napoletani sui 35 anni che, guidati da un occhialuto strillone, ghignano e azzardano le risposte dello schema (semplificato) senza ritegno e rispetto.

Sono seduti proprio dietro di me che, abbastanza provato, cerco di dormire un po'.

21 verticale: Finimento per cavalli. Risposta un po' azzardata della signorina di sinistra: "Mantovana?"
- "Uà, stai pazziando?! Quella ce l'ha mamma a casa per le tende!" 

Risata generale, fragorosissima. In effetti non ho mai sentito una cosa più divertente in vita mia, sono quasi tentato di ordinare una bottiglia di champagne allo stuart leggerissimamente effemminato per festeggiare la possibilità di annoverare l'aneddoto tra i più divertenti a cui abbia assistito. Non lo faccio.

14 Verticale: "Questa è difficilissima, LE COSE CHE HO COMPRATO, 3 lettere: Mie!

...Ecco, Mie, sono proprio mie le palle che avete triturato!

C. dorme, beata lei!

Ormai sono sveglissimo. Mi guardo intorno e noto che un paio di file davanti a me c'è una signora riccioluta/untuosa, cicciottella che rumina un panino casareccio con prosciutto e formaggio.E' in piedi, protesa sulle amiche. Sono indeciso se invidiarle il panino o avere un leggero senso di nausea per la voracità con cui lo azzanna. Opto per la seconda opzione. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Sembra un confetto di Sulmona, quelli rosa con la mandorla e il pistacchio dentro: un'esplosione di grassi, una colata appiccicaticcia sulle dita. Ha finito il panino. Ora in mano ha una guida di Lisbona fucsia, come la canottierina (più ona in realtà) che indossa, ricoperta da una pelliccola trasparente come quelle che si usavano una volta sui libri scolastici quando erano passati per almeno 3, 4 mani diverse prima di arrivare a te. Sarà così.

Mi giro a sinistra. Una signora dorme con i piedi fasciati da candidi calzini bianchi appoggiati tra il poggia testa del passeggero davanti e le mani del marito che in posizione obliqua prova a leggere la Repubblica. Sono meravigliosi, credo non si siano mai parlati per tutto il viaggio.

Due o tre file più in là c'è una signora distinta, capelli color fieno raccolti in una coda; non è bella, ma ha un non so che. Pullover blu, camicia Oxford e pantalone kaki. S'è alzata in piedi, come in cerca di qualcosa. Sotto il braccio tiene un'elegante ed evidentemente costosa guida verde. Sulla copertina rigida, di quelle ruvide, come la copertina del vecchio Rocci, il vocabolario di greco, giusto per intenderci, c'è scritto Lisbona, in bassorilievo giallo. Asettica probabilmente, ma con balzi e velleità descrittive. Sinossi olfattive, quartiere per quartiere. Di quelle che sottolineano amabilmente diversità che a casa nostra non vorremmo nè trovare nè tantomeno condividere, tipo "la cucina tipica, così forte negli odori, così sublime nella sua intensità, così intensa e presente in tutte le stradine del centro". Lì è una figata, da noi si chiama puzza.

Ho raccontato a C. di questa cosa delle guide e dei caratteri e mi ha detto che all'inizio, entrando e cercando il nostro posto, quella giovane coppia, sportiva ed evidentemente affiatata, sfogliava con curiosità una Lonely Planet.

Le guide sono lo specchio dell'anima.

Io ho una Le Cool, però me l'hanno regalata!!



1 commento:

  1. Carino e molto simpatico questo racconto, complimenti scrive molto bene. Buonanotte

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