domenica 27 novembre 2011

Hai voglia di ascoltare musica orrenda per due ore?

Vai in palestra. Desideri ascoltare musica orrenda insieme a delle ciccione scoordinate bancarie? (perché sono facoltose, pare). Fai acquagym. Hai voglia di ascoltare musica orrenda insieme a delle ciccione scordinate e dei vecchi bavosi e anche molto gay? Fai  l'idromassaggio mentre c'è la lezione di acquagym condotta da un palestrato in tutina acrilica smanicata e con la conchilia sul pacco. 

Fai come me, fatti del male con una lezione prova - prova un fico secco poi, perché a tradimento, ho pagato, un prezzo più basso, ma ho pagato - per fare 40 bracciate e recuperare le forze, ansimando in una vasca piena di attempati pederasta(s) alla Roman Sport Center, ho pagato 20 stronzissimi euri. 

Sì, va bene, scagliatevi contro di me; venitemi a dire che avrei dovuto - e potuto - facilmente immaginare che sarebbe stato uno spettacolo bieco. Sì, fate i saccentelli e ribaditemi che tanto sapevo già che non mi ci sarei mai iscritto. Fare un abbonamento annuale in tutto il centro per andare a nuotare una volta a settimana e sorbirsi pure un tale spettacolo. Mai e poi mai, certo. Però tutto ciò mi ha fatto pensare e anche parecchio sorridere a dir il vero.

Perché mentre le signore cercavano di tirare calci all'acqua e allargavano senza posa le braccia come galline cadute dal tetto in ethernit di un pollaio, mi sono girato e ho guardato al di là, verso una di quelle vetrate fashion che danno sulla piscina e ho visto un gruppo di gente che aveva deciso di ascoltare della musica orrenda, ma su una bicicletta finta, con un tipo che ti prende a parolacce anche se l'hai pagato profumatamente in una sala per niente profumata. 
Dall'altro lato poi, c'era il bar. Con tristi signori e plasticose madame che mangiavano barrette dietetiche e una solitaria minestrina di broccoli e farro a 15 euro: un affare. Un affare su per il c...sì. (Magari è quello che cercano però, non stiamo qui a giudicare. Parlo dell'affare.)

Docciatomi e rivestitomi, mentre cercavo di capire il perché non fosse possibile pagare soltanto un semplicissimo carnet di ingressi in piscina a un prezzo onesto (ossia non superiore a 10 euro), anziché tutto lo stupido e inutile pacchetto tristezza, un tipo ha rinnovato vicino a me il suo carnet da 10 lampade a 200 euro. Allora me ne sono andato. Sconfitto, ma fiero. 

Lo spinning. MAH!!

Non è incredibilmente frustrante pedalare, pedalare, pedalare fino a schiattare e non muoversi di un centimetro? Non è ancora più assurdo il fatto che questo centro di mostri sia a Villa Borghese e che oggi c'era una giornata meravigliosa, perfettamente adatta a un bel giro in bicicletta all'aria aperta?

Lo so, il parco è gratis e la spinta motivazionale si azzera. Di questo si tratta, di spinta motivazionale: non esiste il piacere di godersi una cosa in sé per sé, la si deve fare perché l'abbiamo pagata e l'abbiamo pagata perché la si deve fare. Bizzarro, uh? 

martedì 15 novembre 2011

Monti Python

Fermi tutti, c'è qualcosa che non va. Possibile che nessuno si renda conto che tutta questa polemica su tecnici o politici è una farsa pazzesca? Pura. Semplice. Fuffa.

Spiegatemi chi devono essere i politici non tecnici e i tecnici non politici; delle vallette, un maestro di sci, un avvocato che diventa sottosegretario all'agricoltura o una finalista per la Romagna a Miss Italia che viene eletta ministro del Turismo? È ovvio che chi sta al governo debba essere competente, è proprio questo il problema dell'Italia. Di che state discutendo da due giorni?

Tutti si improvvisano statisti.

I medici scoprono di avere un elettorato su cui puntare e diventano assessori al bilancio, oppure i piccoli imprenditori del nord manifatturiero e vaccaro si svegliano e diventano sindaci, vicesindaci, assessori alla sanità, alla cultura! Senza contare i mafiosi che entrano nei palazzi con le minacce e a cui danno il bilancio.

Basta con i politicanti e soprattutto basta con questi discorsi del cazzo. Pietà. Un imprenditore ha fallito nel considerare l'Italia una società per azioni, un'impresa tlc: non ha un palinsesto, non si debbono tappare i vuoti di share del mattino nè ci devono essere modelli come Uomini e Donne o il Grande Fratello ad allietare la piattissima prima serata di una larga fetta di lobotomizzati; l'Italia è una nazione e quindi va guidata da chi è in grado di analizzare i problemi e risolverli perché fa questo nella vita, non perché ha avuto 1500 mutuati, s'è scopato Emilio Fede quando voleva fare la valletta in tv oppure è finito in Parlamento perché era a conoscenza di qualche segreto incoffessabile, di qualche truffa o relazione extra coniugale. 

Chi sta al governo e decide per me - perché l'ho potuto scegliere io con il mio voto, questo sia chiaro - deve essere una persona che conosce la materia. E la deve conoscere a menadito, non averla studiata sul Bignami il pomeriggio prima di andare a Ballarò.

Che ognuno torni a fare il proprio lavoro e che si smetta di considerare la politica un mestiere, per favore. Potrebbe essere la volta buona. Potrebbe, ma quello deve decidersi a mollare per davvero, non fare comunicati sui telegiornali che hanno solo l'effetto di rendere lo spread altalenante e i mercati incerti. 

Vespa, non fare puntate in cui si parla di niente. La gente ti guarda - hai una responsabilità - poi la convinci che era meglio quando era peggio, su, un po' di buona volontà e per una volta rinuncia a fare la trasmissione a tutti i costi, stai a casa con i figli, soddisfa tua moglie, costruisci una nave in bottiglia, un plastico nuovo, che ne so. Basta che non metti carne avariata sulla brace quasi spenta.

Politicanti, tornate alle vostre passioni primordiali.

Gasparri, tu torna pure a fare la controfigura di un cactus nei film con Terence Hill e tu, La Russa, riprenditi il vecchio mestiere, ricomincia a spaventare i bambini quando non vogliono mangiare le verdure o non vanno a dormire presto, Sallusti non ce la fa da solo. Che le vallette tornino alle tv locali, che Gianni Letta venga rinchiuso nuovamente in un'ampolla magica e la smetta di succhiare sangue di vergini, di restare giovane grazie al potere di invecchiare alla velocità burocratica. 
Maroni apri pure quella tea room etnica e servi tisane al gelsomino; Di Pietro, Calderoli, Mastella, avviate quella fattoria equa e solidale che desideravate tanto e tu, Bossi, tu vaffanculo e basta.

mercoledì 9 novembre 2011

Sono andato in un ristorante scandinavo

e ho chiesto una Patata Svedese. Che a dirla così sembra che stavo in un bordello di Malmö, ma era al cartoccio, la patata. Riformulo. Sono andato in un ristorante svedese e al contrario di quello che si possa credere - non negare che l'hai pensato già dal titolo - non c'era neanche una figa, ma anzi, l'unica cameriera donna era talmente rubiconda e italiana olivastra che sembrava di mangiare in una taverna molisana. Senza nulla togliere alle taverne, eh.

Comunque sia, c'era questo posto che uno pensa di andarci perché ci sono le svedesi e invece no, gli tocca davvero mangiare roba scandinava. Ma cosa mangiano? Hanno sostanzialmente tre pietanze - patate, salmone, yogurt e patate scandinave (appunto)  - e le servono in tutti i modi, facendoti addirittura credere che le pietanze base siano quattro, ma non è così. Ah, poi c'è la birra tedesca. Allora che ho fatto, deluso dalla patata svedese, che non era come (e tantomeno chi) mi aspettavo, ho ordinato una Bionda Tedesca. Niente da fare, anche qui, delusione. Nessuna giunonica signorina con le trecce è arrivata al mio tavolo.

Allora che dovevo inventarmi per scrivere questo post nel modo più veritiero possibile? Cercare di farmi forse una Catalana cremosa? Esattamente. Ma indovinate, nessuna soddisfazione.

Sarebbe stato carino se alla fine una delle ragazze sedute al tavolo vicino al mio avesse detto: «sto colma». Ma non l'ha fatto. Avrei ghignato. Voi non l'avreste fatto?!


(nb, si dice scandinàvo e non scandìnavo)


martedì 25 ottobre 2011

È già fuori moda parlare di Steve Jobs?

No, perché io vorrei parlarne così così, non troppo bene, diciamo, e visto che lui alla fine è uno famoso per via delle mode, magari è già out nominarlo, chi lo sa. Per carità, ho un Mac e non tornerei mai a Windows, uso uno smartphone Android e non mi dispiacerebbe avere un Iphone se non costasse 399 $ + spese di spedizione; possiedo un Ipod e sono contento anche perché me l'hanno regalato. Non uso iCloud perché è stupidamente caro e fa la stessa cosa di DropBox che invece è meravigliosamente gratis. 

Ma detto questo, uso anche i cerotti, i freni della macchina, il forno, le scarpe con le suole antiscivolo e impermeabili. Lavo i denti con un dentifricio e uno spazzolino, faccio lo shampo: tutto ciò con l'acqua calda perché va bene dire «ha inventato l'acqua calda», ma te eri capace di farlo!? 

Io personalmente non so nemmeno come funziona la caldaia, piuttosto che il boiler, senza parlare dello scarico e dei depuratori. Fosse per le mie basi di scienza mi farei il bagno con l'acqua riscaldata nel pentolino e poi aggiunta nella vasca, ma non ho la vasca (chi ce l'ha ormai con questi spazi) né saprei il perché e il percome del gas, soprattutto quello ad allaccio pubblico (o privato), e poi l'acciaio inox di cui è fatta la pentola, lo sapreste creare con il vostro fantastico Mac? E se ammettiamo che nella più assurda delle ipotesi foste in grado di forgiare il pentolino con un Mac, avreste l'energia per far funzionare il suddetto computer?

Un po' di tempo fa ho scritto una cosa sulla possibilità di andare indietro nel tempo e dare un contributo alla società; ebbene, allora pensavo che non sarei stato utile a niente, perché ammettiamolo, non so fare niente di concretamente utile per la società. So solo usare le cose che qualcuno ha progettato, disegnato, costruito per me. Sì, potrei essere bravino nel farvelo notare, magari, ma non basta.

E se considero tutte queste cose, l'appellativo di genio del XXI secolo, di Leonardo da Vinci del III millennio (mi piacciono i numeri romani stasera, eh, pensate a chi ha inventato i numeri!!) bè, non me la sento di assegnarlo a chi ha contribuito a farci credere che alcuni status symbol siano alla base della nostra vita perfetta. Eppure, come detto, cederei e ho ceduto in molti casi ai suoi prodotti, ma ribadisco, ho speso il mio denaro per comprare tantissime altre cose che di certo non fanno di chi le ha inventate un genio agli occhi dell'opinione pubblica e nemmeno danno a questa persona o entourage di scienziati il giusto valore e riconoscimento che invece meriterebbero. 

Oh, avete mai pensato a come funziona una catena di montaggio? Avete mai visto "Com'è fatto" su Discovery Channel!? Quelle cose mi mandano fuori di testa.


«Da che mondo è mondo gli scienziati e i matematici sono considerati degli sfigati»: ho letto quest'affermazione su un tweet postato con un'app dell'iphone da un tipo che ha fatto sega a scuola e ho pensato bene di condividerla con voi - come del resto facevo al liceo, ma senza cellulare, nè computer, iphone, ipad... - Fin quando ci saranno dei falsi miti, che altro non fanno che creare insoddisfazione e dipendenza, la ricerca - quella che migliora davvero la nostra vita - non avrà mai il giusto riconoscimento. E questo blog è a favore della ricerca, sì, anche di quella su Google (di cui abusa)


(Se avete intenzione di usare Dropbox, fatemelo sapere prima di registrarvi che possiamo avere 250 mb di spazio in più a testa! È l'unico motivo per cui ho scritto questo post, se devo essere sincero.)

domenica 23 ottobre 2011

Ho capito

Ho
capito che siamo tutti pronti ad essere i primi impigliati nella rete della
Legge Reale bis. Per intenderci, quella che autorizza a perquisire casa tua,
solo perchè una volta hai detto che El Pueblo, forse, è Unido, perchè hai un
casco, o perchè, come ha detto un impiegato sessantenne al mio cospetto, “tu sei
uno di quelli che appoggia i black notes”...

Ettore ha contribuito a 16ottobre2011...continua a leggere...

venerdì 21 ottobre 2011

Octobre rouge

Era il 17 ottobre 1961, lo stato francese era in piena guerra d’Algeria. È da poco che si usa la parola guerra. A scuola si leggeva “gli eventi”...

bellissimo contributo di Dizaon su 16ottobre...continua a leggere...

(Un grazie a chi ha già iniziato a mandare email con le proprie esprerienze e a chi ha linkato sul proprio blog, continuate così!)

giovedì 20 ottobre 2011

Che strano, piove e a Roma c'è il panico

eppure sono sempre così pronti e preparati ai nubifragi. Davvero non mi spiego come possa essere possibile che questa volta il traffico sia andato in tilt, la metropolitana è bloccata (perché si blocca sempre la metro con la pioggia, dov'è il nesso? Non viaggia sottoterra?), la gente arriva tardissimo in ufficio, i bambini non vanno a scuola, le lontre e i topi geneticamente modificati giocano indisturbati per strada e vedrete, fra poco il Tevere sarà a rischio esondazione. Anche quest'anno non mi va di fare un post sull'esondazione del Tevere, mi sembra la storia di a lupo a lupo. Ma dico io, che cazzo. Volete capire una buona volta che d'estate, quando non piove, si devono pulire le condotte?

Ripetete con me: «bisogna manutenere i canali di scolo», su, è facile, «ma nu ten zio ne». Ahhh, ce la fate a ripeterlo 100 volte senza farvi aggrovigliare lingua e budella? Politici del cavolo, avventori, maniaci esasperati dell'ultim'ora, dipendenti assuefatti dal desiderio di vivere in stato d'emergenza, adrenalici del cazzo, se avete voglia di emozioni forti, provate per una volta a lavorare e rischiare di non arrivare a fine mese con lo stipendio. Vi odio. Odio voi e le vostre comodità tipo autoblu che non risentono del traffico, o tipo guardaspalle da discoteca punkrock che vi sorreggono l'ombrello come a una signorinella. Aargh.

Come fanno nelle altre città? Dico, piove ovunque, tantissimo, in tutto il mondo e solo in questa stronzissima città, ogni volta che fa due gocce, il panico, la fine sociale. Un casino totale. Ed è la prima pioggia. Solo la prima fottutissima pioggia dell'autunno. Vi meritereste di andare a fare gli assessori in India o in Thailandia, affrontare le piogge monsoniche - quelle sì che sono cazzute - e dire «siamo in stato d'emergenza». Sai che erezione, là.


16ottobre2011: manifesto (dal verbo manifestare)

Chi siamo? Che importa?! Cosa facciamo invece, quello sì che è importante. Pensiamo, questo è sicuro. Ma soprattutto...

mercoledì 19 ottobre 2011

«Non c'è fretta»

La mia testa funziona così, per immagini

e il 16 ottobre si è svegliata così, con un

 

lunedì 17 ottobre 2011

Il blog funziona, perché...

perché il blogger non è bello e non è brutto, non è alto non è biondo, non ha gli occhi azzurri né il profilo greco; non è ricco, figlio di papà, né morto di fame, poveraccio e fa pena agli altri. Il blogger non ti compra né si vende, il blogger lo fa perché ha voglia di farlo. Punto. 

Il blog funziona perchè se la gente ti vuole seguire lo fa per quello che dici, per come lo dici, per quando lo dici e non perché li obblighi a sentirti in quanto appari sui giornali più importanti o sulle televisioni (che magari sono tue). Il blog funziona perché se dici una cazzata io te lo faccio notare e viceversa; perché se dici una cosa giusta è lo stesso, ti applaudo, faccio da cassa di risonanza, da eco. Il blog è democratico e vive nell'unico sistema democratico che c'è rimasto a diposizione: internet. 

Perché se alcuni presidenti dei senatori del pdl - o uno in particolare - dicono che «il web è micidiale», non sanno che hanno ragione, ma non nel senso che intendono loro. Il web è micidiale perché nonostante ti dicano che alla manifestazione c'erano quattro gatti, puoi vedere che erano 500 mila oppure, se ti dicono che la polizia ha reagito solo per difendersi, puoi vedere che non sempre è stato così e allo stesso modo puoi vedere - per fortuna - le facce di quei maledetti a volto scoperto che avevano una bottiglia piena di benzina e l'hanno lanciata nella camionetta. Puoi vedere come sono andate le cose - e su questo blog, per esempio puoi anche vedere che c'era un sacco di gente per bene - e non farti raccontare come si pensa siano andate le cose, che c'erano solo facinorosi e violenti. 

Puoi vedere che gli indignati non sono la stessa cosa dei Black Bloc, ma non sono nemmeno i cobas del latte, quelli del popolo viola, quelli contro la privatizzazione dell'acqua o la tav,  oppure gli anarchici, i comunisti, i fascisti, gli ultrà, gli antiberlusconiani, i radicali pentiti, i liberali intontiti, i rappresentanti dei sindacati contro la Fiat, contro la Confindustria, contro i sindacati stessi o tutte le altre sigle politiche e non che ieri erano state pregate di non palesarsi, di non portare bandiere visto che per una volta si parlava del futuro comune e non delle singole battaglie, ma non l'hanno fatto. Voi che non riuscite ad uscire dai vostri cazzo di personalismi e fate perdere la rotta e la retta via., distogliete lo sguardo ai più, sminuite il bene comune. Su internet e sui blog puoi vedere che si va al di là delle sigle, non si incolpa nessuno e tanto meno si loda qualcun altro per avere un ritorno.

Il blog, il web: ne fai parte anche tu, non sottovalutare l'enorme potere che hai per le mani, devi usarlo nel modo giusto, farlo vedere a chi non l'ha ancora scoperto; usalo per svegliare la gente che ti vive accanto.