domenica 16 ottobre 2011

Black Bloc cattivissimi

Oggi c'era gente incredibilmente cattiva, una cosa da far accapponare la pelle. Un corteo che era un covo di criminali, non ci sono mezzi termini. Ne ho ritratto qualcuno, perché è giusto che anche voi possiate vedere chi è il frequentatore medio di queste manifestazioni anarchiche e comuniste, in cui si respira violenza.

(mi raccomando, fate andare di là i vostri bambini)













































Questa signora sta mostrando i proiettili di "gomma"
che spara la polizia sulla folla: dentro hanno degli spilli



























Quelle altre teste di cazzo  - perché di questo si tratta - che sono riuscite a rovinare una tale manifestazione di democrazia con i loro atti di violenza gratuita, non li voglio nemmeno sentire nominare. Sono lontani dalla mia cultura, dal mio modo di pensare e di agire; sono solo una piccolissima percentuale di quelle 300 mila persone che oggi erano a Roma. Questo blog non fa di tutta l'erba un fascio, in nessun termine.

Infine, volevo comunicarvi che ho caricato un video su Youreporter che dovreste vedere. 

lunedì 10 ottobre 2011

L'antro della Sibilla

 Un'esperienza meravigliosa sui monti Sibillini, nelle Marche. Sabato ho fatto trekking fino alla cima del monte Sibilla a 2174 metri, attrezzato solo di curiosità e fanciullesco stupore per la possenza della natura e la riconsiderazione del concetto di infinito, con lo sguardo che a Est volgeva al Mar Adriatico e ad Ovest alla Toscana, attraverso l'Umbria. Per il resto avevo le scarpe sbagliate almeno quanto l'abbigliamento, ma va benissimo così.

Le foto naturalistiche non sono propriamente il mio forte, ma voglio condividere con voi quel cielo, quelle vallate e l'alternanza di alcuni momenti in cui sembrava che masse di nuvole grigie - spuntate all'improvviso - ci avrebbero soffocato, una volta che fossero riuscite a raggiungere la vetta.  Sono arrivate e noi siamo riscesi, lasciandogli il posto. C'è anche una foto della vallata sotto Camerino, la prima. L'ho fatta all'alba, partendo per la montagna. Noi ci levavamo col sole e la nebbia ci faceva spazio, ma ancora scorreva come un fiume pigro sotto le nuvole e i monti. 
(e comunque sono ufficialmente appassionato di escursioni e camminate)





















giovedì 6 ottobre 2011

Ho visto gente che vedeva Mondrian (di fretta)
























Ecco chi mette in mostra la mostra.

Te la fanno vedere quando ancora è chiusa al pubblico (Mondrian inaugura domani al Vittoriano). Se conosci e ti piace l'autore bene, benissimo è una goduria immensa poter descrivere l'arte a parole tue, di getto. Per il resto invece, se si tratta solo di lavoro, probabilmente è più facile prendere la cartella stampa, si fa copia incolla - un po' di biografia, un po' di significato dell'opera - si aggiungono un paio di virgolettati dell'esimio direttore o dell'assessore di turno che  come al solito elogia più il museo, la città o la politica di governo (cittadino e non) che non l'autore e le opere in mostra. Ecco, si vedono così le esposizioni e poi si raccontano alla gente. Trovo tutto molto affascinante a dir il vero, l'ho fatto per un bel po' e mi manca.

mercoledì 5 ottobre 2011

Il giallo sta bene con tutti

Stavo facendo una passeggiata con l'idea di fare qualche foto in centro.
Niente di chiaro, solo qualche scatto. 
Ho visto questa ragazza e le ho chiesto se potevo ritrarla
mentre disegnava. 

- «Sure, no problem»























Mentre scattavo da un'altra angolazione
ho notato che anche altre persone 
erano interessate alla ragazza che disegnava...























Ma ormai a me interessavano loro.























Dritti sparati verso Dolce & Gabbana.

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una a caso

martedì 27 settembre 2011

Io faccio video

Ieri sera ho fatto un video, l'ho montato e messo su Vimeo proprio per farmi sbeffeggiare pubblicamente, pensate! Fa schifo, letteralmente schifo, ma mi sono divertito come un bambino a farlo e questo mi basta. 

L'estemporaneità della cosa mi fa mettere le mani avanti sulla qualità del filmato e del montaggio (fatto tutto in mezz'ora scarsa) sulla scelta delle pietanze filmate (tristi, ma sane), sulla pressoché inesistente organizzazione del set (c'è roba sporca ovunque e la pentola è decisamente brutta) e soprattutto sulla sceneggiatura: sì, non c'è sceneggiatura e questo traspare sin dal primo fotogramma è inutile che ve lo dica io. Detto ciò, cia' :)

commenti del genere «è una cagata pazzesca» a questo giro non lo so se sono ben accetti. Poi finisce che ci rimango male e mollo questa cosa dei video. Sono suscettibile, io.







lunedì 26 settembre 2011

Standard & Poor's make us poors

Direte, che palle 'sta cosa del rating. C'è un downgrade? E a me che mi frega? E no! Ci frega eccome. 

Aspettate un secondo, indosso dei vestiti più consoni per l'occasione, metto una bella giacchetta con le toppe marroni, inforco i miei occhiali (quelli della foto quassù) e anche se fa caldo, m'infilo pure un bel pantalone di velluto. Signorine avvenenti e disponibili, statemi lontano per un paio di minuti per favore. Grazie!

Finita questa manfrina, finalmente mi accingo a fare informazione, recupero una cosa che ho scritto per un quotidiano giorni fa e vi spiego perché ci deve interessare se abbassano il rating dell'Italia. Non l'ho mai fatto, ma mi sembra importante. Cos'è successo?

C’è stata una riduzione del rating sui titoli italiani - e non perché un gruppo di signori, come vogliono farci credere i nostri politicanti, lavorano per degli speculatori e sparano giudizi a cazzo di cane così che possano fare i porci comodi. No, esistono delle leggi di mercato - Comunque, i nostri Btp sono diventati meno sicuri di prima e di conseguenza devono poter garantire un rendimento più alto.

Considerando che il valore totale del Btp è dato dal prezzo dell’obbligazione più il rendimento, il valore dell’obbligazione sottostante, inevitabilmente diminuisce.  Chi ha quindi in portafoglio i nostri Btp è diventato d'un tratto un po' più povero e considerando che sono le nostre banche a detenere la maggior parte dei titoli, diventano, agli occhi delle altre banche straniere a cui chiedono denaro, controparti più rischiose.

Per chi non lo sapesse, le banche raccolgono denaro anche - soprattutto - a prestito da altri istituti, tenetelo a mente. Succede che le banche, se perdono credibilità, pagano di più la liquidità che raccolgono in giro perché il cost of funding, ossia il costo dell’approvvigionamento, aumenta. Tutto questo perché il sistema italiano è debole. E considerando che sicuramente non sono felicissime di questa cosa, indovinate su chi si rifanno infine per aver pagato di più il denaro da altri istituti creditizi. 

La risposta esatta non è le imprese, poiché possono comunque garantire un livello di solidità maggiore. Da qui il poco scalpore e l'assoluta mancanza di informazione tra i media attenti al "mercato". Provate invece à répondre: «i piccoli cittadini lavoratori che chiedono un mutuo per comprare una casa - finalmente - e non si accorgono che stanno pagando il prestito di più di quanto avrebbero pagato qualche mese fa». Risposta esatta!

C'è un signore molto perbene e gentile che si chiama Stefano Rossini che è ad di un società che eroga mutui. Il signor Rossini ha fatto una simulazione su un mutuo per acquisto casa pari a 140.000 euro di durata 20 anni. Da giugno a settembre gli spread tra le migliori offerte sono aumentati mediamente di 10 centesimi per il tasso variabile e di 35-40 centesimi per il tasso fisso. Se poi si prende in analisi un mutuo trentennale a tasso fisso, i tassi a giugno erano dell'1,35% mentre a settembre hanno raggiunto l’1,70%; quelli a tasso variabile, invece, da giugno a settembre sono passati dall’1,35% all’1,45%. La differenza è invece minima nei prestiti decennali perché il rischio di insolvenza per le banche è sicuramente minore.  

Qual è il succo del discorso? Mi sembra ovvio. Se non state attenti le banche vi inchiappettano perché sono loro le prime ad essere inchiappettate a causa di una politica nazionale che causa il downgrade.

Qualcuno ne parla? Pochissima gente. Continuiamo a sorridere delle seratine a Palazzo Grazioli, mi raccomando. 

venerdì 23 settembre 2011

Wow, viaggio alla velocità di un neutrino!

Non si può sentire, dai. È come dire, chessò: «ahaha, sono forte come Pollicino e ti faccio un culo così!». Superman battuto da un neutrino per ben e ripeto, ben, 60 nanosecondi che in base alla relatività del tempo formulata dal vecchio Albert Einstein - concetto che sembra ormai superato, peraltro - potrebbe a questo punto fare la differenza tra un rapporto sessuale completo e un'eiaculazione precoce. No, invece no, poiché non c'entra un cappero. Perché a parte in quel caso lì che è meglio se te la prendi comoda, la velocità, di questo si tratta, la fa da padrona, non c'è niente da fare. Siamo sopraffatti dalla velocità ed è la velocità il metro di paragone della nostra società per giudicare l'intelligenza. Chi è intelligente? Chi capisce le cose prima. degli altri Cos'è efficiente? Chi risolve prima i problemi. Perché un'auto, una moto, un treno o qualsivoglia mezzo di locomozione è meglio di un altro? Perché ti porta più velocemente dove devi andare. Poi arrivi subito e non sai che cazzo fare, ma questo è un altro problema. Con la tecnologia, per esempio.

Direte mai: 

- «Oh, ho comprato un computer fichissimo, riesce ad accendersi in una mezz'oretta scarsa!»

- «Wow, che culo, chissà quanto costa!»

E così via...

Scemi!

Un neutrino è un nerd della fisica e la velocità riesce a renderlo fico. E sebbene io non abbia niente contro i nerd, devo dargli un'accezione negativa perché sennò non so come concludere il post. In realtà già mi sono perso, se devo dirla tutta. Sono troppo veloce per capirMi, evidentemente. Inoltre, pensavo che ormai dovranno rivedere il concetto di figosità nei fumetti, nelle espressioni comuni dei giovani negli anni '60 e soprattutto dovranno spiegarci per benino cos'è un neutrino perché al concetto di luce pure pure ci arriviamo, ma (da Wikipedia) per dire: «Il neutrino è una particella elementare. Ha spin 1/2 e quindi è un fermione», devo studiare almeno altri due, forse tre - quattro se voglio approfondire anche la grammatica e i predicati (e a qualcuno farebbe bene) - nuovi misteriosi termini. Un macello.

Detto questo, adesso devo scappare perché anche se la velocità e blablabla, sono in ritardo!

sabato 17 settembre 2011

L'uomo che spiegava le vele

a gente che non le capiva e imperterrita si ostinava a strambare, insomma, a fare cose davvero strambe. Prima che i veri lupi di mare si estinguessero - perché nella lingua italiana si è iniziato ad utilizzare il termine banco di pesci e non più branco* per far contenti i pescivendoli - lui era uno di quelli. Un capo banco, un secchione da prima fila, signora maestra. Ora aveva perso il pelo, ma non il vizio di volerle spiegare queste vele, ma le sue, come detto, erano parole al vento. E il Vento di certo non aveva bisogno di farsele spiegare da qualcun altro, figuriamoci.

- «Senti Brezza, pensaci tu, qui siamo in vénti e non ci sappiamo decidere». 

- «Va bene», rispondeva la brezza, «ma solo perché in Libia tira una brutta aria e il Libeccio è mal visto mentre l'Ostro, di cui tutti ignorano l'etimologia, fa la figura dello stro** con tutti».

Ma non perdiamo la rotta e torniamo a seguire la scia del post che chiaramente è uno strascico estivo e ha ancora addosso l'afa che continua a farci sentire appiccicaticci; insomma, un post da paranza a maglie larghe che raschia su anche il fondale della botte che ho bevuto prima di mettermi a scrivere. Spegniamo la lampara e torniamo alle clac-sonate in re minore per le strade della città eterna che, lo sanno tutti, se avesse il mare...Niente, avrebbe il mare e comunque sarebbe sporco.


*supposizione dell'autore che seppur carente di effettiva prova empirica, dà chiaramente un senso all'espressione "lupo di mare". Sennò spiegatemela voi, su!

** completa la parola stronzo - e lo sapevate - ma questa cosa qui è scritta con un carattere davvero tanto più piccolo che quasi lo definirei timido e ciò mi fa abbastanza ridere

lunedì 12 settembre 2011

Ho realizzato tardi

che il problema era un altro. Che la paura si manifesta in modo diverso e in tempi diversi. Perché quando il tipo le si è buttato addosso toccandole il seno e poi io l'ho spinto via, in quel momento e dopo, io ero tranquillo, calmo.  Calmo.

Vuoi perché, seppur sia consapevole di non essere proprio uno spietato picchiatore (anzi!), mi ero ringalluzzito in seguito all'effetto della prima spinta, decisamente maggiore delle aspettative, vuoi perché eravamo nel pieno del fottutissimo centro di Roma alle 8 di sera e c'era un sacco di gente al bar all'angolo - gente che, devo dirlo, non ha mosso un dito, godendosi la scena mentre beveva spritz all'Aperol, ma che comunque era inconsciamente rassicurante - insomma, non l'ho vissuta malissimo, diciamoci la verità. Mentre lei era davvero molto agitata, io ero sicuro di me. Forse troppo, per fortuna è andato via da solo. 

La notte, ore dopo, ho realizzato e considerato la gravità dell'episodio con un'altra lucidità. Finalmente una reale lucidità. 

E se fosse stata sola? E se l'ubriaco avesse avuto un'arma? E se, andando via, sparendo per le  "innocue" vie del centro, ha fatto la stessa cosa con un'altra ragazza che non è riuscita a dfendersi?

Scusa se sono rimasto freddo, quasi fiero e consapevole della calma che ho manifestato (soprattutto a me stesso) nel gestire la cosa. Naturalmente so che rassicurare una persona col sorriso è certamente meglio che non alimentarne le paranoie spiattellando ansie ed eventualità con ipotesi catastrofiche - e di questo non mi pento - ma magari meritavi un abbraccio in più. Ecco. 


(Oh, uno spintone che nemmeno Bud Spencer, cazzo!!)

martedì 30 agosto 2011

In principio, nella mia totale oziosità estiva,

quando ho sentito la piccola formica camminare sul braccio, l'ho delicatamente indirizzata verso il libro che stavo leggendo e poi, usando il romanzo come ponte, l'ho fatta scendere sul tavolino di tufo.  Un paio di giorni seguenti ne ho risparmiata un'altra. Stavolta mi gustavo un ghiacciolo sul divano quando sento il suo leggerissimo calpestio sul collo del piede.

- «Eheh, piccolina, vieni che ti traghetto da qualche altra parte», dissi

Ingenuo. Qualche giorno dopo, in camera mia ce n'erano decine e decine intorno a una briciola di muffin sul comò. Erano centinaia; qualcuna si affolava su quell'unica briciola, qualcun'altra vagava impazzita e famelica, alla ricerca di altro cibo da trasportare. Più in là un pericolossissimo saliscendi di formiche incolonnate sul muro a cui era appoggiato il letto, proprio dal lato del cuscino. La colonna infame si infilava nel battiscopa per arrivare chissà dove. Amareggiato ho iniziato a combatterle. Prima con le mani, poi con un geniale dispenser elettrico di veleno trovato in camera di mio padre, indubbiamente uomo d'esperienza e ingegno. Un metodo crudele, sì, ma efficace. Se all'inizio mi sembrava eccessivo, dopo, quando hanno iniziato a cadere dal muro, stordite e agnognanti, devo ammettere di aver goduto.

Avevo risparmiato delle cercatrici. Mi avevano fregato a causa della mia buona fede, è questa la cosa che mi ha ferito di più. 

Tutto ciò è servito a risvegliare in me più di un senso sopito. Allora mi sono detto, queste formiche mi ricordano qualcosa, anzi, qualcuno.

Ho preso un giornale, ma era troppo tardi. Troppo tardi.

La manovra finanziaria ormai sarà approvata, hanno vinto di nuovo le formiche e non basta il Bayer elettrico, i pensionati, i sindacati, i giovani precari e gli onesti cittadini, non fanno la figura delle cicale, ma restano comunque a secco per l'inverno e inesorabilmente...moriranno ancora una volta.