venerdì 3 febbraio 2012

"Facebook ha stretto amicizia con Wall Street: a Mark Zuckerberg piace questo elemento (cit)"


Non ricordo chi delle persone che seguo su Twitter ha scritto questa cosa che ha originato il titolo del post, ma se si paleserà lo citerò molto volentieri, perché è geniale. Mi ha fatto molto pensare, non subito, prima ho ghignato, e neanche dopo un po', perché mi sono messo a guardare esterrefatto alcuni siti consigliati da un certo Conte, ma dopo, dopo un po'... 

Nello specifico, quando ho letto in giro che l'Ipo (dall'inglese Initial Public Offering) - ossia l'Offerta pubblica iniziale, per quei due, tre lettori di questo blog (tra cui mia madre) che non vanno oltre la penna sul tavolo e il gatto sotto allo stesso mobile - sarà di 5 miliardi di dollari. Cinque miliardi di dollari, per chi ancora non l'avesse capito, sono uno strafottìo di denari (moltissimi soldi, ndr sempre per mia madre) e pensate, gli analisti dicono che in primavera - quando cioè Facebook si quoterà - potrebbero arrivare a 10. Un ipo che cresce, un ossimoro (questa mamma la capisce e mi fa anche i complimenti, la grecista).

Comunque, dieci miliardi per chi non l'avesse capito...l'avrà capito, va. E tutto questo perché la società fondata dal nostro simpatico Zuckerberg nel 2004, ossia quando aveva 20 anni, ora vale 100 miliardi. La mia domanda è: perchè, cazzo?!

Io detesto Facebook. E non solo perché sono invidioso, ma anche perché mi sento controllato, sfruttato, spremuto e pilotato. Tant'è vero che me n'ero andato, c'ero riuscito per un po', più di un anno, ma poi sono tornato e non so perché, o meglio, lo so, per ridondare questo blog che senza facebook, pare abbia meno lettori, come Rai Uno senza la Clerici e la Carlucci. Questa la verità - e molti di voi lo sanno, visto che fanno come me, non fate i fighetti - ma a che prezzo? 

La maggior parte degli introiti e (quindi della solidità finanziaria in caso di quotazione) di questa piattaforma basata solo sulle ciarle e sui personalissimi oltre che privati componenti di una vita quotidiana strozzata dalla routine, sono la pubblicità, la pubblicità e sì, forse un po' anche la pubblicità. L'11% è dato dalle applicazioni spappola cervello tipo Farmville e il resto è fuffa. Ci sono 800 milioni di iscritti che producono numeri che dei geek come quelli di geekissimo.com hanno raccolto prima di me, per poi potersi masturbare su qualcosa di diverso dal solito.

Ognuno di noi per Facebook vale 4 dollari l'anno. Per Google ne valiamo 30 e che cazzo!

Noi per loro valiamo 200 miliardi di dollari. Non lo trovo molto giusto.


In più, loro dispongono di praticamente tutta la nostra vita e Google ultimamente ci bombarda di mail per sottolinearlo e pararsi il culo (mamma, non so come spiegartela questa).

Vendono le nostre informazioni - qui scatta il momento complottistico - alle stesse multinazionali che hanno ucciso l'uomo ragno o agli stessi governi che dicono di detestare il social network. Costruiscono campagne elettorali, quotazioni borsistiche, lanciano marchi e aziende, aumentano i clienti. Ne pilotano i gusti e le scelte senza ritegno, anzi, facendoli sentire originali. Questo è il vero potere e fine ultimo di Facebook, e non, come ha scritto Zuckerberg nella lettera di accompagnamento alla documentazione per la quotazione che «facebook nasce per uno scopo sociale, che è quello di rendere il mondo più aperto e connesso».


Aperto e connesso. Per me si traduce in vulnerabile e fragile.


E poi se era davvero così, potevi farlo a gratis, vecchio mio e non quotarti.



Sono parole al vento perché tutto questo non finirà mai: internet crea dipendenza




(Naturalmente troverete il link a questo post dove sapete)






11 commenti:

  1. sono contento di essere uscito da facebook

    RispondiElimina
  2. Non puoi rompere se sei lì dentro e ci sei tornato felice solo per farti leggere un po' di più.

    Zuckerberg è un dritto. I fessi sono gli altri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mica rompo...è autocritica autoironica autoallarmante...come il Cynar

      Elimina
  3. Ubi, comprendo l'utilità di fb per spammare il proprio scibile bloghereccio, ma fidati che il poter dire "sono fuori, non ci sono su fb, fottetevi" è un'emozione virtuale inarrivabile.
    E comunque sia sono fuori, non ci sono su fb.
    Non dico "fottetevi" perché ho stima della gente che legge questo blog.
    Stima, vabbè, si fa per dire.

    RispondiElimina
  4. Con o senza cambia poco, il controllo delle menti avviene comunque. Menti sapendo di mentina, dice un tipo che non conosco

    RispondiElimina
  5. Che poi non si può verament uscire, puoi solo deattivare...pensaci vecchio mio

    RispondiElimina
  6. Quei siti hanno sconvolto anche me. Ma su facebook si trova di peggio: tipo la pagina ufficiale di Alemanno!

    RispondiElimina
  7. A Milano si dice: gnanca al can meuf la cua par nagot (neanche il cane muove la coda senza motivo), figurati i cosiddetti servizi gratuiti su Internet, Google e Facebook in primis!
    Aggiungici che a me viene l'orticaria mentale non appena qualcuno mi chiede nome-cognome-fattimiei e ne consegue che se posso girar al largo bene, altrimenti mento spudoratemente.

    RispondiElimina
  8. fb ha un grande pregio.

    ti fa rendere conto del livello effettivo di chi ti circonda.

    semmai ti fosse sfuggito dal vivo, certo.

    che verba volant, scripta manent.

    dipende tutto da quello che decidi di condividere.

    c'è chi effettivamente condivide un po' troppo, esponendo informazioni personali che dovrebbero rimanere riservate.

    quanto a me, fb lo uso per cazzeggio e per tenermi in contatto con amici sparsi per l'italia e per il mondo ;-)

    e boh, non ci trovo nulla di diabolico in questo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi trovo d'accordo con come fossi acqua: su facebook credi di poter essere altro, in realtà sei proprio quello che sei. Si vede dalle tue frequentazioni, da come scrivi, da come ti senti o meno a tuo agio in alcune situazioni. Se ami la Madonna, se ami Madonna, se ami la mia donna. Sei scoperto. E quindi so che posso evitarti. A me è utilissimo. Non lo sopporto, ma lo frequento. E' così.

      Elimina