sabato 23 luglio 2011

Se il tempo è denaro

per la proprietà transitiva, il denaro dovrebbe essere tempo. È vero? Un'amica mi ha suggerito di parlare del tempo, giusto per scrivere qualcosa: ha ragione. Se chi ha tempo non aspetti tempo oppure - nella diversa accezione di tempo - vogliamo dire che non esistono più le mezze stagioni o che con la tramontana il pesce s'intana, non importa. 

Parlare del tempo è una meravigliosa scappatoia, ma non per forza una fuga dal tempo, un tempo in cui si stava meglio quando si stava peggio e io avevo molte moltissime cose da dire. Ma se il denaro è tempo, sembra giunto il tempo di farlo 'sto benedetto denaro perché qui il tempo stringe ed è tempo di pensare al tempo (futuro). Sbaglio, signò? Ci si rivolge sempre alle signore quando si parla di tempo perché le signore sono al contempo senza tempo e immagine del tempo (a meno che non abbiano ricorso alla chirurgia estetica: un finto antitempo, spesso fatta anzi tempo). 

Bei tempi quando c'era tempo per apprezzare il tempo. Quando la primavera te la godevi perché avevi tempo di passeggiare nei campi fioriti, mentre l'inverno avevi tempo per salire in cima (e ci voleva un sacco di tempo per salire in cima, allora) e poi scendere alla velocità della luce, che invece il tempo lo gabba per natura. L'estate era il tempo delle cicale e dei grilli, non dell'abbronzatura che «abbiamo poco tempo e poche ferie perché dobbiamo fare denaro, dammi l'olio superabbrustolente, amò» E l'autunno, che rappresenta il tempo che passa e muore o si riposa. Dipende.

È tempo di morire, come dice un famoso replicante su un terrazzo, sotto una pioggia che si confonde con le lacrime. Oppure è tempo di apprezzare il tempo, apprezzare tutto, mettendoci il giusto tempo necessario. L'esercizio della giornata è capire che il tempo non è denaro né il denaro è tempo, il tempo vale più del denaro. Capito? Buon week end a tutti.

5 commenti:

  1. Concordo signora mia ... non ci sono più le stagioni di una volta. Per il resto, il tempo è indefinibile, diverso per ogni persona e ogni situazione.

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  2. pezzo davvero incredibile...leggendolo mi è venuto in mente:
    "mi basta il tempo di morire
    fra le tue braccia cosi'
    domani puoi dimenticare, domani...
    ma adesso dimmi di si'..."
    devo ricordarmi di passare di quì più spesso, me lo segno senò me lo dimentico.

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  3. Vedo il "POMET" in una piccola parte di noi,vecchi babbei fossilizzati nell'ambizione di vivere la nostra vita per realizzarla appieno.Odio gli orologi, sicuramente gli strumenti + razionali per accellenza, che scandiscono i nostri bisogni pratici quotidiani.Il futuro è rimasto senza magia..solo segnali di fumo,resti di un fuoco oramai spento in un tempo sempre + breve, struggente..Qui il risentimento viene in un certo senso superato dalla pena e da quella che potrei definire volontà perseverante-impossibilità di capire..così scatta la segreteria telefonica:un soliloquio tragico dove il destinatario non parla, ascolta,fa orecchie da mercante..!!!Ma allora siamo tutti schiavi del destino???.."De tranquillitate animi"..e alla sera, quando il giorno volge al termine ripercorrere i viottoli del proprio animo per assicurarsi che quella trascorsa sia stata una giornata ottimamente impiegata...
    Seneca ricorda che uno schiavo virtuoso è schiavo del suo corpo ma libero dal suo padrone perchè anche lui assoggettato al FATO..La vera schiavitù è quella volontaria che propende al vizio.
    Non sono una virtuosa, bevo fumo e dico sconcezze..ma riesco a vedermi libera senza che un padrone possa vedere me schiava..e...
    "L'UNICA PERSONA CHE NON POTRò MAI INCONTRARE, SARà QUELLA ALLA QUALE REGALERò IL MIO TEMPO"..

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