giovedì 10 maggio 2012

Terrorismo divergente

Terrorismo è una parola che non significa niente. Perché se dobbiamo considerare l'etimologia del termine, che deriva evidentemente da terrore, allora i ruoli e i protagonisti si confondono tra loro. Perché il terrore, per esempio, è anche alla base di molte religioni, non solo monoteistiche-musulmane-donnamettiilburka, anzi. 

- «ATTENZIONE. La Farnesina sconsiglia vivamente di passare delle vacanze nella Città del Vaticano o nei dintorni, state alla larga dalle chiese e dai predicatori. Non parlate con nessuno, tenete a distanza gli uomini vestiti di nero o la paura dell'inferno vi travolgerà, sarete sopraffatti e vi sentirete piccoli piccoli, la vostra dignità umana vacillerà, la vostra sessualità - che vi riempie di piacere e in alcuni casi d'orgoglio - sarà per voi motivo di vergogna, il diverso va giudicato e colpevolizzato, la xenofobia è un'armatura. Il sesso protetto è peccato, trasmettere l'Aids, no, perché l'Aids, se ci pensate, non esiste».

Allo stesso tempo, i fautori della crisi sono terroristi così come lo sono quelli che sparano alle gambe dei giornalisti o agli amministratori delegati delle società nucleari di Finmeccanica, società statale di un'Italia che, in teoria, ha rinunciato al nucleare con un referendum popolare. 
Il risultato finale è lo stesso, la paura è in agguato e la morte, in alcuni casi (32 fino a oggi), sopraggiunge. Tra i fautori della crisi, poi, non ci sono solo i personaggi direttamente colpevoli - che non sono propriamente terroristi, ma veri e propri criminali a piede libero e a posto fisso - ma anche tutti quelli che la crisi la sfruttano per celare i fallimenti personali, per sveicolarsi dagli impegni assunti o per giustificare lo scarico di responsabilità. 

- «Ti posso pagare solo fra otto mesi»
- «Otto mesi?!»
- «Sai, la crisi...»
- «Ma lei il mio stipendio lo guadagna in tre ore!»
- «Sai, la crisi...»
- «E se ti mando a 'fanculo mi licenzi, vero?»
- «Certo, poi trovo subito uno stagista appena laureato che fa il tuo stesso lavoro a gratis e tu, invece,      t'attacchi»
- «Già, la crisi...»

C'è chi poi usa il male altrui per controllare le persone. Per esempio, addossare ad un intero popolo la responsabilità di non fare la fine di un altro popolo, quando anche quell'altro popolo di colpe non ne ha, se si esclude il fatto di aver fatto governare dei terroristi. Anch'esso è terrorismo. La fine della Grecia, puah. «Le scelte che facciamo servono a non farvi fare la fine della Grecia. Abbiate paura di mandarci via e fateci sistemare le cose che abbiamo rotto senza che voi possiate dire niente, fateci trovare il modo per restare attaccati alle poltrone che indegnamente riscaldiamo. È anche l'Europa che ce lo chiede!». 

Questo è il vero terrorismo, secondo me. E se chi ci governa non lo capisce, arriveranno quelli che canonicamente sono chiamati terroristi. In tal caso, mi auguro solo che abbiano il buon senso di fare azioni mirate, senza coinvolgere civili innocenti, così da non essere considerati terroristi, ma solo assassini mossi dalla miseria, in alcuni casi, partigiani.

  

9 commenti:

  1. Mi/ti chiedo: a quando la guerra civile?

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    1. a mai, direi...non siamo in grado per fortuna...l'unica guerra che dovremmo fare è quella che ci potrebbe rendere civili...ossia, culturale

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  2. Per cui tutti in vacanza in Yemen la prossima estate?

    Cordialità

    Attila

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    1. dovremmo mandarci amministratori senza scrupoli e politici senza vergogna...;)

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  3. Cazzo cazzo cazzo. Il terrorismo in loden è una moda.
    In effetti la ANSALDO nucleare che cazzo ci sta a fare?

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    1. Ma secondo te un buon 40% dell'energia di cui usufruisce l'Italia, da dove arriva?

      Come mai quando cadono i piloni che portano elettricità dalla Francia mezza Italia resta al buio?

      E per fortuna che un po' di manutenzione gliela forniamo ancora...

      Rinnovo le cordialità

      Attila

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  4. il terrorismo è sempre l'altra parte ! O no ? Tutto ci può stare nelle misure di eccezioni : dall'atto di violenza alla riscossione coatta con interessi al 300%...

    Étymol. et Hist. 1. 1794, 14 nov. « (pendant la Révolution) doctrine des partisans de la Terreur » (Motion de Cadroy ds F. A. Aulard, Sté des Jacobins, t. 6, 1897, p. 678: le terrorisme rugit encore autour de vous); id., 5 déc. terrorisme jacobin (d'apr. W. Markov et A. Soboul, Sansculotten, p. 450 ds G. Van den Heuvel in Actes 2ecolloque pol. lexicol. 1980, t. 3, 1982, p. 904 et note 90); 2. 1795 p. ext. « mesures d'exception pour maintenir un gouvernement, s'emparer du pouvoir, atteindre un but politique » terrorisme royal (Moniteur, XXV, p. 257, ibid., et note 95); 1852 terrorisme bonapartiste (Hugo, op. cit., p. 156); 3. a) 1827-28 « attitude d'intolérance des tenants d'une idéologie » terrorisme de la vertu (in R. germ. IV, p. 342 ds Quem. DDL t. 28); 1844 terrorisme de la grâce (Sainte-Beuve, Portraits littér., t. 1, p. 240); b) 1947 spéc. terrorisme littéraire (Sartre, loc. cit.). Dér. de terreur* d'apr. l'étymon lat.; suff. -isme*.

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  5. e non facciamo di tutta l'erba un fascio, per esempio io tra i terrorismo, quello psicologico lo trovo terapeutico. Praticato attivamente.

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